Toromania:| Atalanta, prova di maturità
Non bisogna farsi prendere dal panico. Il ko di Udine è stato ampiamente approfondito in casa granata: arbitri e atteggiamento sbagliato nel primo tempo hanno portato ad una sconfitta che la formazione di Ventura probabilmente, nei 90 minuti, non avrebbe meritato. Analizzata la gara però, non bisogna commettere l'errore più grave: crearsi un alibi. E' vero che Banti ha danneggiato il Toro ed è vero che 45 minuti sbagliati ci possono stare dopo sette partite utili di fila, ma se i granata vogliono migliorare e raggiungere l'obiettivo salvezza (sognando qualcosa in più), beh allora bisogna guardare oltre gli episodi e oltre un buon secondo tempo: la maturità di certe squadre si misura anche con altri parametri.
Se un gruppo unito e solido (soprattutto in campo) come quello del Toro riesce ad essere più forte delle ingiustizie e dell'abitudine a non perdere (che provoca un'inconscia rilassatezza nei giocatori), allora può davvero arrivare in alto. Piangersi addosso è un esercizio che piace ad altri allenatori, altre squadre e società: nel Toro, con i tifosi in testa, si apprezzano quelli che dopo un torto subito o dopo una semplice sconfitta si tirano su le maniche e iniziano a lavorare per far si che quel ko resti un episodio isolato.
Le lamentele ci stanno, sono giuste e comprensibili, ma poi sul campo certe cose spariscono: si gioca, si lotta e si deve provare a vincere, sempre e contro chiunque. Il Toro di Ventura almeno nelle intenzioni sta riuscendo in questo, ma potrà dimostrare di essere davvero maturo solo se contro l'Atalanta, domenica, riuscirà a mettere in campo tutta la rabbia e la voglia di vincere che anche la gente sugli spalti si attende di vedere.