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Toromania: addio al prestito con diritto di riscatto della metà...
Trenta giocatori sono partiti per il ritiro del Torino, a Bormio. Nel frattempo il loro numero si è assottigliato per via di qualche cessione, giovani (Bonifazi, Graziano etc) e non (Larrondo). Un gruppo molto abbondante che naturalmente con il tempo si sfoltirà, perchè altri partiranno, più di quelli che invece sono destinati ad arrivare. Ma analizzando il rapporto lavorativo che lega ciascuno di quei 30 con il club che li stipendia, il dato fa sgranare gli occhi: tutti, proprio tutti, vedono il proprio cartellino come proprietà del Torino FC.
Sino a non molto tempo fa, i detrattori della proprietà granata trovavano forza nel famigerato “prestito con diritto di riscatto della metà”, la modalità con la quale più spesso Petrachi concludeva le proprie trattative: un giocatore arrivava a titolo temporaneo, quindi l'anno dopo – se aveva fatto bene – il sodalizio piemontese faceva suo il 50% del cartellino, quindi l'anno seguente sovente rinnovava tale compartecipazione, e così via, fino a una soluzione definitiva che spesso si faceva attendere per degli anni (recentemente, e forse solo per l'avvenuta cancellazione delle comproprietà – dunque per obbligo – la situazione di Simone Verdi si è risolta dopo quattro stagioni).
L'inversione di tendenza è iniziata due anni fa, e ora – l'ultimo prestito a concludersi è stato quello di El Kaddouri – si può dire completamente conclusa, con questa rosa interamente di proprietà; non molte società possono dire altrettanto. Se arrivasse ora un nuovo centrocampista questi potrebbe essere acquistato – è tutto assolutamente in forse – a titolo temporaneo, ma si tratterebbe in questo caso di un'eccezione. Non della regola, non più. E se qualche anno fa, con tutti i prestiti e le comproprietà, il parco tecnico di proprietà del Torino valeva una manciata di milioncini, ora è arrivato a un bell'ammontare (in attesa del nuovo attaccante, che pure sarà “di peso”).
Sino a non molto tempo fa, i detrattori della proprietà granata trovavano forza nel famigerato “prestito con diritto di riscatto della metà”, la modalità con la quale più spesso Petrachi concludeva le proprie trattative: un giocatore arrivava a titolo temporaneo, quindi l'anno dopo – se aveva fatto bene – il sodalizio piemontese faceva suo il 50% del cartellino, quindi l'anno seguente sovente rinnovava tale compartecipazione, e così via, fino a una soluzione definitiva che spesso si faceva attendere per degli anni (recentemente, e forse solo per l'avvenuta cancellazione delle comproprietà – dunque per obbligo – la situazione di Simone Verdi si è risolta dopo quattro stagioni).
L'inversione di tendenza è iniziata due anni fa, e ora – l'ultimo prestito a concludersi è stato quello di El Kaddouri – si può dire completamente conclusa, con questa rosa interamente di proprietà; non molte società possono dire altrettanto. Se arrivasse ora un nuovo centrocampista questi potrebbe essere acquistato – è tutto assolutamente in forse – a titolo temporaneo, ma si tratterebbe in questo caso di un'eccezione. Non della regola, non più. E se qualche anno fa, con tutti i prestiti e le comproprietà, il parco tecnico di proprietà del Torino valeva una manciata di milioncini, ora è arrivato a un bell'ammontare (in attesa del nuovo attaccante, che pure sarà “di peso”).