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    Toromania: 2008-2020, in 12 anni tutto è cambiato, tutto è rimasto uguale

    Toromania: 2008-2020, in 12 anni tutto è cambiato, tutto è rimasto uguale

    • Andrea Piva
    Domenica 7 dicembre 2008, martedì 8 dicembre 2020: dodici anni e un giorno in cui nel Torino tutto è cambiato ma in cui, allo stesso tempo, tutto è rimasto uguale. Sembra che si stia parlando della Sicilia raccontata da Giuseppe Tomasi de Lampedusa nel suo Il Gattopardo, invece qui si parla proprio del Torino. Quella domenica 7 dicembre del 2008, allo stadio Olimpico (all’epoca ancora non ribattezzato Grande Torino) andò in scena una pesante contestazione nei confronti di Urbano Cairo e della squadra, che era appena stata sconfitta per 4-1 dalla Fiorentina e si trovava in zona retrocessione. Ieri al Filadelfia c’è stata un’altra contestazione, sempre nei confronti di Cairo e della squadra, che ancora una volta è in zona retrocessione. 

    Eppure in questi 12 anni sono cambiati i direttori sportivi, gli allenatori, i calciatori, ci sono state un paio di comparsate in Europa League (più che positiva la campagna europea del 2014/2015, tutt’altro che memorabile quella della scorsa stagione, conclusasi ancora prima di iniziare veramente), ma anche diverse stagioni deludenti (alcune proprio pessime, come quella 2010/2011, chiusa all’ottavo posto in serie B). L’unico comune denominatore di questi 12 anni e un giorno è Urbano Cairo, non a caso ieri contestato a gran voce dai 300 tifosi presenti alla manifestazione e invitato a cedere la società, che in questo arco di tempo non è mai riuscito a far fare un vero salto di qualità al suo Torino. 

    Il Torino è al livello di 12 anni fa: non ha uno stadio di proprietà, non ha un centro per le giovanili, il Filadelfia è stato ricostruito (grazie all’omonima Fondazione di cui il Torino è solo una delle componenti) ma non è ancora stato completato, in società mancano figure di riferimento nei quali i tifosi possano riconoscersi (vedi Maldini al Milan o Zanetti all’Inter). E come 12 anni fa rischia la retrocessione. Tutto è cambiato ma tutto è rimasto uguale.

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