Toro, sorpresa Bianchi:| Festa con la scuola calcio
Il Toro fa una sorpresa alla sua scuola calcio: Rolando Bianchi 'irrompe' nell'allenamento dei piccoli giocatori granata, accompagnato dal fratello-agente Riccardo, ma anche da Sergiu Suciu e i fratelli Gomis, Lys e Alfred. In via Nitti a Torino, dove giocano e si allenano i piccoli amici sotto la supervisione di Davide Cravero, il clima era festoso ieri pomeriggio. Quando Bianchi mette piede in campo quasi non lo riconoscono, poi i bambini si fanno sempre più convinti: 'È lui!', e allora non resta che fermarsi.
IL DISCORSO - Dopo qualche minuto, tra saluti, foto e autografi, ha poi preso la parola il capitano del Toro, che si è rivolto ai circa 200 bambini presenti: il capitano granata, portatore del messaggio della società granata e della prima squadra, ha ribadito alla sua platea l'importanza dell'attività sportiva, ma anche e soprattutto dello studio, ma anche dell'attaccamento alla maglia e ai colori granata. I piccoli hanno ascoltato in totale silenzio, lasciando senza parole persino i genitori: 'Lo facciamo venire a casa, se basta a farli star zitti', scherzava qualche mamma. Chiuso il discorso, i bambini hanno poi iniziato a cantare: 'Chi non salta bianconero è', e saltano proprio tutti, Bianchi, Suciu, i fratelli Gomis. E ancora: 'Forza vecchio cuore granata', urlano a gran voce i piccoli calciatori. È un tripudio di granatismo.
LA LETTERA - All'uscita dal campo, è arrivata poi la sorpresa: una lettera scritta da Bianchi, di suo pugno, indirizzata ai bambini. 'Carissimi cuori granata', è l'incipit del 'papiro' consegnato. L'attaccante granata ha parlato del momento globale attuale, in Italia e nel mondo, ma senza dimenticare che il Natale 'è il momento dei sogni e dei sorrisi', ovvero ciò che consente 'di andare al di là di qualsiasi crisi', si leggeva nella lettera. 'Noi abbiamo un motivo in più per sorridere - ha aggiunto - facciamo parte della famiglia granata. Siamo dei privilegiati, non dimentichiamocelo mai, perché ogni giorno ci vestiamo di colori che hanno fatto e faranno gioire e sognare migliaia di persone'. 'Abbiamo la grande responsabilità di essere sempre all'altezza di tutti i grandi che hanno indossato questa maglia, il ricordo dei quali - ha ricordato in queste righe - deve essere 'motore immobile' che si spinge a fare sempre meglio, a non abbandonare al primo ostacolo e a non abbatterci anche quando il risultato non dovesse essere quello sperato'. Diventare uomini veri', è l'imperativo sottolineato da Bianchi, più della vittoria dei trofei o dei record battuti. Poi, in conclusione, ha ripreso un inno storico: 'Granata è una seconda pelle'. 'E sono convinto - concludeva la lettera, prima degli auguri rituali - che questa contribuirà a fortificare la vostra anima e a rendervi uomini ancora più forti'.
(CronacaQui - Edizione Torino)