Toro, sfida verità:|'O protagonisti o si riparte'
Il bivio. Ventura suona la sveglia al Toro reduce da tre pareggi consecutivi e che all'Olimpico non vince da ventotto giorni, rimonta all'Empoli grazie ad Ebagua e Darmian. Giù il velo. Per i granata, per l'ultima volta orfani di Bianchi, la sfida con il Livorno è il primo momento particolare della stagione. Guidano ancora la classifica con tre lunghezze di vantaggio su Pescara e Sassuolo, ma un'altra frenata rischierebbe di farli tornare sulla terra. E questa volta l'occhio guarda anche l'orizzonte: il menù del calendario poi prevede Padova e Pescara, la quarta e la seconda forza del torneo.
«È il crocevia del Toro – così l'allenatore –, possiamo tornare a essere protagonisti e scoprire che il nostro campionato è iniziato da un pezzo oppure ricominciare tutto da capo. Contro il Livorno sarà una partita di straordinaria importanza: ma l'avversario non c'entra niente, noi non guardiamo in faccia nessuno. È il momento a essere storico: questa sfida ci farà prendere una strada. Spero che i miei l'abbiano capito. Oggi vedremo veramente chi siamo e che cosa vogliamo diventare».
Prova ad esorcizzare la pressione che cresce, Ventura. «Ne sento troppa in giro – avverte – non va bene: è l'unico modo per non farci vincere il campionato. Ho trovato tanti ambienti depressi, ma qua si respira ancora troppo pessimismo. Guardate dov'eravamo, a Sappada non si poteva neanche parlare di calcio, dovevamo ricostruire tutto, seminare. Adesso il lavoro non è finito, ci sono ancora giocatori a rischio ricadute. Non è il momento del raccolto. Bisogna avere equilibrio». Però è il primo ad aspettarsi uno scatto dai suoi, l'esperto tecnico. «Voglio vedere un Toro più furbo, sarebbe bello – dice -. E anche più cinico. Ultimamente costruiamo tanto, ma negli ultimi venti metri non concretizziamo per quanto prodotto. Non è un problema degli attaccanti, ma generale. A volte manca l'ultimo passaggio: i miei devono abituare l'occhio a vedere, ma credo che il concetto spazio-tempo ce l'abbiano poco anche in serie A. Noi ci stiamo lavorando su».
A volte è strano e masochista, il destino. Sarà ancora una volta Novellino ad incidere sul futuro del Toro, e il Toro a poter decidere la sorte dell'ex granata con la panchina che scotta dopo lo 0-1 casalingo subito dall'Ascoli. L'anno scorso, sempre con il Livorno, Novellino battezzò l'esordio di Papadopulo con un secco 2-0 firmato Tavano: sconfitta che sommata a quella successiva di Frosinone provocò il nuovo ribaltone in casa granata e il ritorno di Lerda. Due anni fa finì ancora 2-0, ma questa volta per il Toro: Monzon, allora sulla panchina della Reggina, due giorni dopo venne cacciato dal patron amaranto Lillo Foti.
«Novellino è un amico – gli tende la mano Ventura – a Genova eravamo anche vicini di casa. Ha avuto momenti di splendore, poi una piccola flessione. Adesso si sta riprendendo, lo saluterò con grande piacere. Ma devo vincere». In campionato, il Torino non supera il Livorno in casa da oltre 62 anni: l'ultima volta ci riuscì con Valentino Mazzola.