Toro-Red Bull:| Cairo e le verità nascoste
Per difendersi il presidente del Torino spara nel mucchio, ma le sue tesi fanno acqua: si sente accerchiato o sta preparando il campo per un colpo di teatro?
Red Bull, sondaggi e complotti: le verità nascoste di Cairo.
L'uomo è abituato a lottare e a stare in piedi in mezzo a mille tempeste, per questo non ci meraviglia vedere e sentire Urbano Cairo prendere le difese del Toro e di rimbalzo anche di se stesso. Da presidente, più che facoltà, ne ha pieno diritto. Però c'è un limite a tutto. Alle giustificazioni, alle tesi difensive e a quelle offensive. Ecco, mercoledì Urbano Cairo l'ha abbattuto con dichiarazioni surreali. Circondato, il presidente del Toro ha sparato in un mucchio dove non c'era nessuno. Solo fantasmi o fantasie.
1 «Sapete cosa vi dico, la Red Bull si è fatta un po' di pubblicità gratis».
Di pubblicità Cairo se ne intende, ma quanto è plausibile la sua teoria per un gruppo che fattura oltre 3 miliardi di euro all'anno e che ogni 15 giorni grazie alla Formula 1 fa girare nome e marchio in tutto il mondo? Il presidente granata non è tenuto a sapere della strategia Red Bull dal gruppo austriaco: siamo alla fase di studio, non a quella dei contatti.
2 «Dai miei sondaggi, so che la maggioranza della gente è con me».
Troppo semplice farsi scudo con uno strumento così volubile. A febbraio («Il Toro è in vendita» disse a La Stampa) il 55,3% dei 300 (trecento!) intervistati stava con lui. Da allora: niente promozione, mercato arruffato e avvio disastroso di campionato. Sicuro di passare ancora il test? Ci fidiamo poco degli exit poll elettorali, figuriamoci degli «exit Cairo» che stanno, per quanto ne sappiamo, solo nei desiderata presidenziali.
3 «Per qualcuno, in questa città deve esistere una sola squadra».
Già, il complotto. Il Toro è già fallito una volta (allora sì, la sentenza fu «esemplare», do you remember lo spalmadebiti che salvò invece la Lazio?) e se avessero voluto farlo sparire del tutto, per quale motivo un sindaco come Chiamparino si spese 5 anni fa per riportarlo in vita? Se il Toro dà così fastidio a qualcuno (a chi poi, dall'alto di un pericolosissimo 11° posto in serie B?) Cairo ha una splendida occasione per stanarlo: a portata di mano e di 3,5 milioni (la quota da lui promessa) c'è da cavalcare l'operazione Filadelfia ora sgravata da ipoteche. Invece di farneticare sui sei campi di allenamento da costruire (ipse dixit in un' intervista a Tuttosport) batta un colpo di quelli che lasciano il segno. La verità è che con quel riferimento all'infelice battuta di Giraudo, allora ad della Juve, il presidente ha voluto titillare la pancia dei tifosi granata: come agitare la muleta davanti al toro nell'arena. Ma il torero a volte resta infilzato.4 «Negli ultimi 15 anni, il Toro ne ha fatti 9 in B. Con me siamo 3 in A e 3 in B, quindi...».
Come dargli torto. Ma il suo progetto («è importante competere bene, andare oltre alla salvezza», 24 luglio 2006) e la società da assestare («arriverà un uomo per le relazioni istituzionali e un direttore generale», 27 dicembre 2009)? Insomma c'è il distintivo, ma anche le chiacchiere. Troppe e spesso fuori luogo a prescindere da arabi e tori rossi. Cinque sconfitte in 10 giornate bastano per destabilizzare. O, se conviene, per passare la mano.