Toro e Samp per la A:| Pezzi di storia a 'Marassi'
Un nome ingombrante, una rivalità storica che divide due tifoserie e due città. Non sarà mai una partita normale quando il Torino incrocia la Sampdoria, ma domani sera a Marassi si gioca soprattutto per l'orgoglio. Granata e blucerchiati, indicati come le due squadre più attrezzate, in novanta minuti si giocano lo scettro del più forte, indipendentemente dalla classifica che vede i primi a +2 sui secondi. Otto scudetti e nove coppe Italia in due, un'infinità di sfide appassionanti soprattutto negli anni Ottanta, ma per il Torino Marassi significa due episodi: il gol non visto nel 1972 dall'arbitro Barbaresco (tiro di Agroppi con Lippi che respinse la palla un metro dentro la linea di porta) che condannò il Torino alla sconfitta e al secondo posto in campionato ad un solo punto dalla Juve, ed il terribile infortunio subìto da Alvise Zago nel 1989. Zago era l'astro nascente del Toro, aveva 19 anni, la sua carriera fu compromessa da un ginocchio in frantumi.
E' anche la doppia sfida tra nazionali e bomber: Ogbonna, il miglior prodotto del vivaio granata degli ultimi vent'anni, contro Palombo, uno che con le sue 343 presenze è già entrato nell'elite dei recordman in blucerchiato, dopo Mancini, Mannini e Vierchowod. Ma è anche Bianchi contro Bertani, cioè i totem dell'attacco. Senza dimenticare che da una parte c'è il capocannoniere della scorsa stagione Piovaccari (23 gol) e dall'altra uno che due stagioni fa ne ha realizzati 24, Antenucci. Marassi tornerà ad aprirsi ai sostenitori del Toro a dieci anni dai gravi incidenti che scoppiarono fuori dallo stadio e costarono più di mille diffide. La trasferta sarà consentita solo ai possessori della tessera Cuore granata: saranno 1.200 al fianco di Ventura.
(Leggo - Edizione Torino)