Osservatori Torino:| Oggi i nomi nuovi?
Esattamente sette giorni fa, il presidente Cairo dichiarava: 'La nuova rete degli osservatori? E' quasi pronta, tra una settimana la presenterò'. Sulla scorta di tale promessa, pertanto, oggi o al più tardi domani il patron svelerà i nomi e le mansioni dei professionisti scelti per riorganizzare l'area della selezione e dello scouting. Nei giorni scorsi si è detto dei vari Ermini e Cavallo (già osservatori granata di lunga data e provata affidabilità: per dire, fu Cavallo a scoprire quel Mudingayi che poi Cravero comprò a titolo definitivo per 250 mila euro), di Bonesso e di un possibile coinvolgimento per il mercato brasiliano di Leo Junior.
Si è sempre scritto, poi, dell'interesse per un esperto informatico capace di organizzare il lavoro, attraverso il reperimento di filmati, partite e tutto il materiale occorrente all'attività di ricerca e selezione. Tra i tanti candidati presi in esame, su tutti pare stagliarsi Antonio D'Ottavio: un giovane professionista magari poco conosciuto dalla maggioranza dei tifosi, tuttavia un interlocutore molto ben considerato (e pure molto spesso ascoltato) anche da grandi club della nostra serie A. D'Ottavio è un sanissimo malato di calcio, un ragazzo che del suo virus per il pallone poco alla volta s'è costruito un mestiere. Le sue conoscenze sono diventate preziose consulenze di mercato, attraverso relazioni per lo più dedicate al calcio sudamericano. La qualità e le competenze di quello che sarà l'autentico regista degli osservatori dovranno accompagnarsi all'attività della direzione sportiva, cui spetterà il coordinamento e - in una prima fase - la gestione della strategia operativa.
Un esempio banale? Con due terzini mancini molto esperti e a scadenza di contratto come Parisi e Zavagno, è del tutto evidente che una priorità assoluta sia quella di reperire un giocatore giovane e forte per l'immediato futuro. Dopodiché da cosa nasce cosa: e se la ricerca e l'osservazione portassero a scoprire un piccolo fenomeno di terzino destro, a fronte di una compatibilità economica il Toro non dovrebbe certo lasciarlo alla concorrenza, anche perché il club granata deve tornare in fretta a svolgere un ruolo importante pure sul mercato. E i giocatori, se non si producono nel vivaio come accadeva ai tempi del Filadelfia, bisogna vederli prima degli altri: e poi non indugiare quando si tratta di spendere i giusti denari per acquistarli.
(Tuttosport - Edizione Torino)