Il Torino e la Figc:| Caso Diop ancora in coda
Il Toro crede molto in Abou Diop, centravanti senegale classe '93, non solo come rimedio all'ormai cronica sterilità sottoporta della Primavera granata. Eppure la società granata continua ad attendere impotente che si sblocchi la situazione legata al tesseramento dell'attaccante, nonostante tutto sia in regola ormai dal 7 ottobre: arrivato in prova a Torino ad inizio 2011 grazie al suo procuratore e connazionale Fall, Diop ha subito convinto tutto lo staff legato ad Antonino Asta sia per capacità atletiche che per senso del gol e immediatamente l'entourage granata si è detto convinto di aver centrato un autentico colpaccio mantenendo anche particolare riserbo riguardo la presenza nel gruppo di Diop. Tanto che sembra più che concreta l'intenzione di blindare il giocatore non appena sia possibile, magari dopo che anche il campo abbia offerto qualche prova ulteriore riguardo il valore del bomber d'estate granata.
Pur essendo svincolato, però, il tesseramento è stato rimandato fino al compimento del diciottesimo anno d'età (il 6 ottobre appunto), non potendo il Toro in quanto società di serie B tesserare un professionista extracomunitario proveniente dell'estero. L'unica via percorribile rimaneva quindi quella legata ad un tesseramento giovanile una volta raggiunta la maggiore età, ed eccoci di conseguenza arrivati ad inizio ottobre e all'attesa che dopo tre settimane sembra già interminabile. Il 'protocollo Diop' è ancora fermo in coda tra le tante richieste giunte in Federazione da tutte le varie società professionistiche che si ritrovano con ragazzi in condizioni analoghe a quelle del Toro e del bomber senegalese. Vero è che i maligni potrebbero pensare che società con altro peso nella stanza dei bottoni avrebbero potuto saltare almeno in parte questa coda, ed altrettanto vero è che per ora il Toro non ha ancora sbattuto i pugni per ottenere che la pratica venisse velocizzata. E per il Toro quindi sembra di rivivere una situazione che ha già visto i vari Diarra, Da Silva Barbosa (entrambi comunitari) e Sarr aspettare per più di un anno la possibilità di giocare una partita vera.
(Tuttosport - Edizione Locale)