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    Torino, Vanoli: "Torna Vanja, difesa a 4? Io ho un credo, ma posso cambiarlo"

    Torino, Vanoli: "Torna Vanja, difesa a 4? Io ho un credo, ma posso cambiarlo"

    • Andrea Piva
    Alla vigilia di Inter-Torino, Paolo Vanoli ha così presentato la partita in conferenza stampa: "Quella di domani è una sfida importante sotto tanti punti di vista, arriviamo da un periodo non positivo e questa è la possibilità per far vedere che possiamo far vedere qualcosa di importante. Sapevo che un periodo così poteva arrivare, è ora anche bello capire come poterne uscire con la squadra. Alla squadra ho detto di credere sempre in quello che facciamo, i momenti negativi fanno parte del gioco, soprattutto in una squadra come la nostra che ha cambiato tanto, è cambiato allenatore. Bisogna essere però equilibrati. Ai ragazzi ho detto di giocare con coraggio e personalità".

    Avete già sfiorato il colpaccio a San Siro con il Milan, ci riproverete con l'Inter?
    "Quando cresci di mentalità hai sempre voglia di provare a fare qualcosa, a volte ti riesce o no. E' un percorso di alti e bassi fino a quando non trovi l'equilibrio giusto". 

    Come pensi di utilizzare Vlasic ora che è stato recuperato?
    "Vlasic ieri aveva la febbre, l'abbiamo recuperato solo oggi. Devo essere bravo io a metterlo in un contesto dove può esprimere le sue qualità. Chi ha i giocatori capaci di altre l'uomo e le qualità diventa fondamentale, lui è un giocatore che può fare benissimo la mezzala, si sa sacrificare per la squadra, ha un'intensità quando fa le cose da grande giocatore. Ci vuole però la pazienza di aspettarlo visto che è stato fuori tre mesi. Dovrò essere bravo a capire quando farlo partire da titolare. Contro la Lazio l'azione del primo gol è passata dai suoi piedi". 

    Adams ha fatto bene sia da titolare che da subentrante, come lo gestisce?
    "Adams si vuole mettere a disposizione della squadra è questo è bellissimo, da quando è qua ha sempre messo le proprie caratteristiche davanti alla squadra. E' quello che pretendo da tutti gli attaccanti, come ha fatto Ché ma anche Sanabria. La scelta degli attaccanti dipende dallo stato di forma e da altro". 

    C'è una spiegazione per i tanti gol incassati?
    "Quando si prendono gol si analizzano. Devo capire dove c'è tanto da lavorare e gli episodi, il secondo gol del Verona è stato, per esempio, un incidente di Masina, anche se l'attenzione nei minuti finali va migliorata. Mi hanno dato più fastidio i gol presi con la Lazio, perché quando abbiamo fatto la transizione difensiva, tanti sono rientrati piano. Dobbiamo percepire di più il pericolo e difendere la nostra area. Su questo abbiamo lavorato. Dobbiamo migliorare i meccanismi di scalata in difesa, rispetto all'anno scorso che si andava uomo su uomo. Penso che contro la Lazio abbiamo difeso male sulle transizioni". 

    C'è la possibilità di vedere una difesa a quattro?
    "E' giusto che un allenatore abbia dei credo, io ce li ho e vado dritto per la mia strada. Ma è giusto anche capire le caratteristiche dei giocatori per farli esprimere al meglio. So benissimo che abbiamo acquistato due giocatori di personalità come Coco e Maripan che hanno giocato poco in una difesa a tre, quindi anche su questo dobbiamo riflettere. Nella vita c'è sempre la possibilità di cambiare". 

    Torna Milinkovic-Savic in porta?
    "A parte Vlasic che ha avuto un po' di febbre non ci sono altri problemi, Vanja è tornato in gruppo".

    A che punto ritieni che sia la squadra con il processo di apprendimento delle tue idee?
    "Io penso che un allenatore non sia mai soddisfatto, cerca sempre la perfezione. Quello che penso è che questa squadra deve crescere dal punto di vista della mentalità, per il come arrivare alle vittorie, senza abbattersi se le cose non vanno bene. Siamo un po' fragili da questo punto di vista. Con i ragazzi abbiamo visto la partita con la Lazio, nel secondo tempo si è detto che abbiamo fatto meglio ma nel secondo tempo non era il mio calcio, eravamo troppo lunghi. Questa è una cosa positiva perché volevamo cambiare ritmo, ma nel momento in cui abbiamo fatto il 2-1 dovevamo ritrovare equilibrio per andare a pareggiarla. Poi ci hanno fatto il 3-1 e non c'era più tempo per recuperare. Nel primo abbiamo fatto degli errori ma siamo stati squadra. Nella ripresa mi è piaciuto come sono entrati i giocati subentrati. Questa è una squadra a cui piace tanto avere la palla tra i piedi, a volte serve però la profondità. Il voto a questa squassa bisogna darlo a fine campionato".

    A questa squadra mancano giocatori di personalità?
    "Noi siamo una squadra che con il gruppo, il gioco, dobbiamo fare la differenza. La mentalità è quella di andare a cercare oltre a qualcosa, di avere coraggio, di credere in qualcosa. A volte è normale rifugiarsi in quello che è stato fatto nei tre anni precedenti, mi sembra un qualcosa di umano questo. Come quando stai insieme con una ragazza per 3 anni, sei innamorato, poi ci vuole tempo per dimenticarlo". 

    Lei parla tanto con la squadra e come preferisce gestire i giocatori?
    "Io sono per avere la pazienza di aspettare di avere un giocatore in forma per metterlo in mezzo. Poi Maripan ho dovuto metterlo un po' prima perché non avevo altra scelta. Io sono  però dell'idea che un giocatore deve entrare in forma allenandosi. Parlo molto con questa squadra perché la voglia responsabilizzare. Questa squadra ha bisogno di responsabilizzarsi perché non vince Vanoli ma vince la squadra". 

    Domani sarà squalificato, quali consigli ha dato a Godinho per domani?
    "Ho detto sempre che la colpa sta nel mezzo, quindi dovrò migliorare per non essere espulso. Godinho ho visto che è andato a tagliarsi i capelli, quindi penso che sia pronto per domani".

    Ha dei dubbi di formazione per domani?
    "I dubbi li ho sempre, perché se non vivi di dubbi non puoi fare l'allenatore. Poi a volte ti va bene nei primi quarantacinque minuti, a volte sbaglio le sostituzioni. Non c'è nessuno di perfetto". 

    Lei quando dà la formazione alla squadra?
    "Io la formazione ufficiale la do sempre nello spogliatoio prima della partita. La scrivo sulla lavagna all'arrivo negli spogliatoi. Io penso che ho una squadra che ha tanti aspetti da migliorare. Tengo in considerazione tutti gli aspetti, quando si vince non è solo per quello che si fa in campo durante la partita. Per esempio se tu sei abituato ad allenarti a 50, poi arrivi alla domenica e devi andare a 100 per recuperare il risultato ti fai male. E' durante la settimana che devi abituarti a dare 100, è per quello che magari arrivi al 90' e sei poco lucido. A volte devi acquisire mentalità. Io in carriera ho giocato con calciatori che erano fantastici, poi quando c'era da fare lo step per fare di più non ce l'hanno fatto. 

    Quando si arriva in Serie A non è ormai tardi per fare questo step?
    "Io ho allenato le nazionali giovanili e lì ho imparato a non scommettere sui giovani, mi sono innamorato di ragazzi di 17 anni che poi in Serie A non ci sono. Njie, per esempio, è forte, ma io lo devo portare a dimostrare che lo è. Quando ero in B mi è successo che ho trovato giocatori che mi hanno seguito, altre che ho incontrato giocatori che ho dovuto usare la maniera dura per insegnare, altre volte ho detto arrivederci e grazie. Quando si parla di giovani bisogna anche tenere in considerazioni che è cambiato il mondo, la società".

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