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Torino, tre chance bianconere per il futuro di Moreno Longo
Dopo i successi alla guida degli Allievi, lo scorso anno Moreno Longo ha ottenuto risultati tanto lusinghieri alla guida della Primavera del Torino da accendere l'interesse nei suoi confronti di numerosi club. Ma nulla al confronto di quanto accaduto in questa stagione, con i ragazzi granata che hanno stracciato ogni record nel campionato intitolato a Facchetti, e che ora proveranno a riprendersi quel titolo di Campioni che sotto la Mole manca dal 1992. Non solo i risultati, però, attirano molti sul 38enne tecnico: sono anche la professionalità, l'abilità e lo stile a predirgli un futuro da "grande".
Curiosamente, tre realtà tutte dai colori bianconeri si sono fatte vive presso Longo. C'è l'Ascoli, che dopo il passaggio di proprietà punta decisamente al ritorno in Serie B; il direttore generale della "neo-rinata" società marchigiana, Gianni Lovato, conosce bene il Mister per la sua precedente, lunga esperienze come giornalista di Tuttosport, e lo vede come l'uomo giusto. C'è lo Spezia, che in B c'è già e che anzi cova da alcuni anni grandi ambizioni, che finora non vanno di pari passo con la riuscita sul campo. E c'è...la Juventus, la prima società in assoluto ad aver cercato Longo, per affidargli però la panchina della Primavera.
E c'è ovviamente il Torino, i colori con addosso i quali Longo è cresciuto come calciatore e ha esordito nel mondo del pallone, quelli per cui tifava da ragazzo e che ora onora con il proprio lavoro. Ma l'allenatore torinese combina le proprie doti con una buona quantità di (legittima) ambizione; si sente pronto per il professionismo, con i "grandi". Anche se pazientare con il Toro potrebbe significare, magari tra un paio d'anni, ereditare la panchina di Giampiero Ventura quando il ciclo di quest'ultimo sarà fisiologicamente concluso. Ci vorrebbe molta, molta pazienza per tentare quest'ultima strada; forse troppa.
Curiosamente, tre realtà tutte dai colori bianconeri si sono fatte vive presso Longo. C'è l'Ascoli, che dopo il passaggio di proprietà punta decisamente al ritorno in Serie B; il direttore generale della "neo-rinata" società marchigiana, Gianni Lovato, conosce bene il Mister per la sua precedente, lunga esperienze come giornalista di Tuttosport, e lo vede come l'uomo giusto. C'è lo Spezia, che in B c'è già e che anzi cova da alcuni anni grandi ambizioni, che finora non vanno di pari passo con la riuscita sul campo. E c'è...la Juventus, la prima società in assoluto ad aver cercato Longo, per affidargli però la panchina della Primavera.
E c'è ovviamente il Torino, i colori con addosso i quali Longo è cresciuto come calciatore e ha esordito nel mondo del pallone, quelli per cui tifava da ragazzo e che ora onora con il proprio lavoro. Ma l'allenatore torinese combina le proprie doti con una buona quantità di (legittima) ambizione; si sente pronto per il professionismo, con i "grandi". Anche se pazientare con il Toro potrebbe significare, magari tra un paio d'anni, ereditare la panchina di Giampiero Ventura quando il ciclo di quest'ultimo sarà fisiologicamente concluso. Ci vorrebbe molta, molta pazienza per tentare quest'ultima strada; forse troppa.