Torino:|Si fa male sulla giostra del gol
Sotto due volte. Poi, avanti 3-2 a 12’ dal termine. E, infine, battuto 5-3. Con tre gol di un ex (Dzemaili) che in granata non segnava nemmeno per sbaglio e la doppietta conclusiva di Cavani, capocannoniere tenuto a riposo da Mazzarri fino al 65’ dopo l’odissea del rientro dal Cile. Così, il Toro ha perso la partita più pazzesca del campionato. Con comprensibili rimpianti per quel vantaggio in coda durato troppo poco, con qualche recriminazione arbitrale ma anche con la consapevolezza che, se il Napoli è questo, perdere ci può stare eccome.
Il Toro non ha sfigurato assolutamente contro la versione più brillante vista negli ultimi mesi dei secondi in classifica. Ha segnato con tre punte, compreso Barreto che non lo faceva da quasi due anni e mezzo. E’ stato bravo ad approfittare delle lacune difensive degli azzurri (Britos su tutti), ma a sua volta ha concesso tanto, troppo. Specie a Dzemaili e ai suoi tiri scoccati sempre con troppa libertà. Alla fine, dunque, impossibile festeggiare. Anche per chi s’è sbloccato dopo un’eternità: «Peccato - commenta Barreto -. Mi resta solo il gol, che per me ha un significato grandissimo. Perché l’ho celebrato con un abbraccio a Jonathas? Perché è brasiliano come me. In verità, però, volevo andare dal mister, solo che c’era un gran casino...».
Oltre al pupillo di Ventura, hanno segnato anche Jonathas (su rigore) e Meggiorini, i due entrati sull’1-2 per riportare il Toro al 4-2-4 e dare più peso all’attacco. Il fatto che siano stati preferiti a Bianchi, capitano in scadenza, naturalmente non può passare sotto silenzio. Non è nemmeno stato un caso. A otto turni dal termine, Rolando è sempre più lontano dal Toro. Non fa più parte del progetto granata, insomma. E Ventura, da qualche settimana, ha cominciato a lasciarlo fuori nelle partite più importanti, quelle che ogni giocatore vorrebbe vivere da protagonista. Bianchi è subentrato contro Inter e Lazio e ieri sera non è nemmeno entrato. Segnali chiari di un divorzio che solo a giugno sarà ufficiale ma che è ormai nei fatti.