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    Torino-Red Bull, cosa c’è di vero: l’intenzione di Cairo e le mosse dell'azienda

    Torino-Red Bull, cosa c’è di vero: l’intenzione di Cairo e le mosse dell'azienda

    • Redazione CM
    Prima sponsor, poi proprietaria? La parabola di Red Bull all’interno del Torino potrebbe essere questa: l’azienda delle lattine è diventata da poco Official Energy Drink partner della squadra ma, secondo diverse fonti, punterebbe alla scalata del club. Dopo l’ingresso in un top campionato come la Bundesliga e le voci che parlano di un interessamento anche per il Paris FC che punta alla Ligue 1, il Ceo Mark Mateschitz avrebbe messo nel mirino anche la Serie A e una delle sue squadre più iconiche. Dire Torino significa dire leggenda in tutto il mondo del calcio e poi legare il toro del proprio marchio a quello del celeberrimo stemma del club è un’opportunità ghiotta.

    VENDITA? - Secondo quanto riportato da La Stampa, il patron Urbano Cairo nelle scorse settimane avrebbe incontrato più volte emissari di Red Bull: avrebbero discusso prima di un possibile allargamento della collaborazione per diventare main sponsor e poi dell’acquisto. Il nodo cruciale della potenziale acquisizione sarebbe però lo stadio di proprietà, conditio sine qua non imposta dagli austriaci. La concessione dello stadio Olimpico scade nel giugno del 2025 e il discorso per il rinnovo tra il Torino e il sindaco, Stefano Lo Russo, è aperto, nonostante il Comune veda di buon occhio una potenziale cessione. L’indiscrezione è stata commentata da entrambi. Cairo ha parlato di notizie false, non veritiere e infondate. Il sindaco ha ribadito di non aver avuto alcuna interlocuzione con Red Bull e di parlare solo con Cairo e la società in conversazioni positive sia come clima che come contenuto. “Il progetto del Robaldo sta andando avanti. È faticosissimo, ma ci stiamo lavorando davvero con grande determinazione, perché Torino città e il mondo del calcio sono una cosa sola", ha detto.

    LO STADIO - La questione stadio è centrale. Al momento il club paga un canone annuo di 500 mila euro, ma l’assessore allo Sport, Domenico Carretta, ha precisato che “qualora ci fosse un’offerta di acquisto o per una partnership, il Comune valuterà con attenzione”. Nonostante le smentite, le voci continuano a circolare. La banca d’affari JP Morgan ha confermato l’interesse della Red Bull verso la Serie A, come ha fatto uno studio legale milanese, secondo cui ormai Cairo si è convinto a cedere il club dopo 18 anni. Secondo La Stampa, la recente cessione di Bellanova all'Atalanta sarebbe servita proprio per appianare il bilancio e renderlo ancora più appetibile per Red Bull.

    QUANTI CLUB HANNO - Dal 2005 in avanti, l’azienda del ceo Mark Mateschitz è entrata in tackle duro sul mondo del calcio. Il primo club acquistato è stato proprio quello della sede, l’Austria Salisburgo, facendolo diventare il Red Bull Salisburgo. Un anno dopo prendono i New Jersey Metrostar, che divennero i New York Red Bulls. Nel 2007 l’arrivo in Brasile con il Red Bull Brasil, club creato da zero e accompagnato dall’acquisto del Bragantino nel 2019. Nel 2009 anche l’ingresso in Germania e l’acquisizione del SSV Markranstadt, club di Lipsia, preso in quinta divisione e portato ai vertici del calcio europeo come RasenBallsport Leipzig (RB Lipsia). Red Bull ha anche un altro club in Austria, l’Anif, trasformato in Liefering, e ne ha avuto uno in Africa, il Soccer School of Lavanttal, ribattezzato Red Bull Ghana. L’ultimo acquisto è l’FC Nuuk, squadra della Groenlandia. A capo della galassia Red Bull è stato posto, come supervisore, Jurgen Klopp, dopo l’addio al Liverpool. Red Bull è chiaramente legata alla Formula 1 con l’omonima scuderia e con la Racing Bulls, alla MotoGP dove ha 4 team nelle 3 categorie. È impegnata anche nell’hockey su ghiaccio, nel ciclismo e negli esports.
     
     

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