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    Torino, la gaffe di Mazzarri su Chiellini e la rabbia contro Cairo: ecco cosa c'è dietro alla contestazione

    Torino, la gaffe di Mazzarri su Chiellini e la rabbia contro Cairo: ecco cosa c'è dietro alla contestazione

    • Andrea Piva
    Tre su tre per il Torino nel 2020. Dopo aver battuto la Roma, il Genoa ai rigori in Coppa Italia, la formazione granata ha oggi conquistato i tre punti anche con il Bologna: la pace con i tifosi non c’è ancora stata. “Della contestazione non parlo. Non c’entra nulla con il calcio” ha spiegato Walter Mazzarri a fine partita. Già, perché se nel giro di pochi mesi lo stesso allenatore toscano è passato dal ricevere gli applausi ai fischi è solo in parte per via del gioco o dei risultati (entrambi sono in linea con quelli della passata stagione).

    IL CASO CHIELLINI - La frattura tra il tecnico e una parte della tifoseria è nata dopo una frase pronunciata lo scorso ottobre in conferenza stampa, in cui aveva invitato i propri giocatori a prendere esempio da Giorgio Chiellini, il capitano della Juventus. Un’affermazione, in un momento peraltro molto delicato della stagione in cui i risultati faticavano ad arrivare, che in molti non hanno ancora digerito.

    CONTESTAZIONE CONTRO CAIRO - Se al Torino nelle ultime settimane sta mancando il pieno supporto dei propri tifosi è anche per via della contestazione alla società e in particolare al presidente: anche oggi dalla Maratona (spoglia dei striscioni dei gruppi organizzati per protesta) si sono levati cori contro Cairo. Gli ormai celebri fatti della partita contro l’Inter, in cui la curva Primavera fu teatro di scontri tra tifosi granata e ultras nerazzurri a causa della vendita di biglietti anche alla tifoserie ospite in quel settore, ha unito i supporters granata di entrambe le Curve contro il massimo dirigente, da quel momento costantemente preso di mira e invitato a vendere la società. Da quel momento Cairo è stato costantemente preso di mira e invitato a vendere la società. Nelle ultime settimane si sono registrate proteste, scioperi del tifo e contestazioni che, come sottolineato anche dallo stesso Mazzarri, poco hanno a che vedere con quello che succedeva sul rettangolo verde. 

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