Torino, Juric: 'Non volevo offendere i tifosi, ma non sono un parac***. Resto solo con l'Europa'
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Dopo le polemiche per le parole di ieri, post Torino-Salernitana, Ivan Juric ha indetto ora una conferenza stampa speciale per chiarirsi con la stampa e i tifosi: "Volevo dire con tutta sincerità che la mia idea era quella di dire cose propositive per creare un ambiente favoloso, non c'era intenzione di creare scontenti, malumori. Il mio discorso era: siamo vicini a un obiettivo importante, è importante che restano tutti uniti per dare il 100% e raggiungere l'obiettivo". Nella conferenza post-gara di ieri, l'allenatore croato aveva utilizzato toni e contenuti che non erano stati digeriti da gran parte del mondo granata: "Oggi c'era un bell'ambiente, dovrebbe essere sempre così perché non si dovrebbe basare sui risultati e invece non tutti i tifosi hanno lo spirito Toro: sentire parlare di mediocrità è di una tristezza unica, il mio più grande rammarico è questo".
NON SONO UN PARAC*** - Parole forse un po' avventate, che vanno ad aggiungersi al celebre episodio del dito medio rivolto dalla tribuna autorità ai sostenitori della Curva Maratona, in occasione del match tra Torino e Sassuolo del 7 novembre scorso, quando Juric non era in panchina in quanto squalificato. Il tecnico granata oggi ha aggiunto: "Io non sono uno che strumentalizza, è tutto il contrario. In questi due anni e mezzo abbiamo fatto cose favolose, ci siamo messi a lavorare come cani in questi due anni e mezzo per arrivare nella parte sinistra della classifica i primi due anni. E quest'anno, dopo un inizio difficile, con spirito Toro siamo riusciti a essere una squadra credibile, che può giocarsela per tutti. Quando mi chiedono perché sono venuto al Toro è per lo spirito Toro, che non è uno spirito qualunque. A me ha dato fastidio che dopo Genoa, una partita in cui ho visto giocatori sfiniti che hanno dato l'anima, non è stata percepita da tutti. Ieri non c'entrava niente. Se qualcuno si è offeso non era mia intenzione. Offendere i tifosi, la storia del Torino non mi è mai passato per la testa, mai. Io sono qua per cercare di ricevere grandi obiettivi. Poi magari non dovrei dire le cose sinceramente, ma sono così. Magari bisogna essere paraculi, dire che tutto è fantastico. Non mi è passato per testa offendere i tifosi del Toro. Era un richiamo d'unione per un obiettivo fantastico".
FUTURO LONTANO? - Juric ha parlato anche del suo futuro, in virtù di un contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e delle recenti dichiarazioni del patron Urbano Cairo, che hanno lasciato immaginare una separazione al termine di questo campionato: "Rinnovo del contratto? Ma io se non vado in Europa cosa faccio qua? Se vado in Europa allora mi siedo e ragioniamo, se non vado, anche se è un grandissimo risultato essere nella parte sinistra, non resto. Il mio obiettivo non è fare altre tre anni di contratto, il mio obiettivo è la grandezza del Toro. Con il presidente, con Vagnati, con Moretti va tutto bene. Il Filadelfia l'abbiamo fatto bellissimo. Se vado in Europa tutta la vita resto al Toro, se non vado ho fatto grandi cose, non ho fatto il mio obiettivo". Juric ha poi specificato: "Io non avrei nessun problema a dire che me ne vado se voglio andare via. Del contratto ho detto anche alla dirigenza che non parliamo adesso, dentro di me, penso che ci faccio qua se non andiamo in Europa? E' dura competere contro certe squadra, ma la mia idea non è quella di stare qua a prendere soldi. Se non riesco a raggiungere quello che mi sono prefissato non mi interessa stare, un anno fa potevamo dire "aspettiamo e vediamo". La mia idea è chiara ed è giusto spiegare: se noi otteniamo questo obiettivo si parla, se non lo ottengo è giusto che venga un altro a portare il Toro in Europa".
SONO FATTO COSI' - Sul suo modo di comunicare: "Io non sono schietto, sono stupido, quando mi espongo sono stupido, è autolesionismo. Devo essere bello sereno. Anche con i giocatori dovrei fare così. Ma essendo schietto anche con i ragazzi poi vedo i giocatori crescere, la società crescere. C'era contestazione? Bene, mi è piaciuta. Ci siamo compattati, vinciamo a Cagliari perché abbiamo spirito, perché Linetty si butta e salva il risultato. Poi facciamo la brutta prestazione ieri, ma nessuno si è tirato indietro. Ieri mia moglie mi ha detto che sono stato un cretino, non era il momento, c'era lo stadio pieno, abbiamo fatto una partita molto mediocre e nessuno ha fischiato. Sono schietto ma ieri sono stato stupido, non volevo tutta questa polemica. Per cui ripeto se qualcuno si è offeso chiedo umilmente scusa. Io sono spirito Toro e la mia quadra è molto spirito Toro, non lo era i primi due mesi".
SUL FUTURO DEL TORINO - Ivan Juric ha poi spiegato in conferenza stampa quali sono le prospettive di crescita della squadra, anche in caso di suo addio: "Le basi per migliorar ci sono. Noi adesso finiamo quest'anno, magai bene o meno bene, ma adesso abbiamo un capitale che non c'era prima. C'è una situazione completamente diversa rispetto a quando sono arrivato. Anche Vagnati e Moretti lavorano come cani, il Settore giovanile va a mille, perché li seguiamo, sappiamo ogni cosa dei giocatori della Primavera, il mio preparatore gli prepara i programmi. Parliamo dei dati fisici di Dalla Vecchia e di tutti. Noi spendiamo tempo su tutto questo. Qua c'è gente che lavora forte, che è umile, che è migliorata nella scelta dei giocatori e secondo me stiamo bene. Mercato? A gennaio non si poteva fare niente perché il presidente è stato chiaro, io penso che c'è una grandissima base di giocatori, gente con una mentalità giusta. Quando sono venuto qua sono stato contattato a fine campionato, dopo la salvezza".
SINTONIA - Juric ha concluso il suo intervento facendo un ulteriore bilancio del suo lavoro: "Tre anni sono tanti. Il primo anno sistemiamo un po', il secondo cerchiamo di migliorare, il terzo anno deve essere quello in cui si deve ambire a qualcosa di più. La mia squadra sa per cosa gioca, non è come il primo anno. I miei ragazzi sanno che ieri hanno sprecato un'occasione, sanno qual è il nostro obiettivo, è un grande obiettivo. Speriamo di non avere infortuni perché diventa più difficile però il nostro obiettivo è quello dell'Europa, non attendendolo si perde il senso. Il mio discorso è che se vogliamo raggiugnere l'obiettivo dobbiamo essere tutti in sintonia, questo ci porta dei punti. Ieri è stato fantastico, ci sono stato errori anche brutti ma non ho sentito fischi. Finita la partita si è sentita la delusione ma c'era positiva, contro l'Udinese si è sentito "sveglia", "coglione". Ieri potevamo fare di più, abbiamo deluso. Io sono per l'unione totale".
FUTURO LONTANO? - Juric ha parlato anche del suo futuro, in virtù di un contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e delle recenti dichiarazioni del patron Urbano Cairo, che hanno lasciato immaginare una separazione al termine di questo campionato: "Rinnovo del contratto? Ma io se non vado in Europa cosa faccio qua? Se vado in Europa allora mi siedo e ragioniamo, se non vado, anche se è un grandissimo risultato essere nella parte sinistra, non resto. Il mio obiettivo non è fare altre tre anni di contratto, il mio obiettivo è la grandezza del Toro. Con il presidente, con Vagnati, con Moretti va tutto bene. Il Filadelfia l'abbiamo fatto bellissimo. Se vado in Europa tutta la vita resto al Toro, se non vado ho fatto grandi cose, non ho fatto il mio obiettivo". Juric ha poi specificato: "Io non avrei nessun problema a dire che me ne vado se voglio andare via. Del contratto ho detto anche alla dirigenza che non parliamo adesso, dentro di me, penso che ci faccio qua se non andiamo in Europa? E' dura competere contro certe squadra, ma la mia idea non è quella di stare qua a prendere soldi. Se non riesco a raggiungere quello che mi sono prefissato non mi interessa stare, un anno fa potevamo dire "aspettiamo e vediamo". La mia idea è chiara ed è giusto spiegare: se noi otteniamo questo obiettivo si parla, se non lo ottengo è giusto che venga un altro a portare il Toro in Europa".
SONO FATTO COSI' - Sul suo modo di comunicare: "Io non sono schietto, sono stupido, quando mi espongo sono stupido, è autolesionismo. Devo essere bello sereno. Anche con i giocatori dovrei fare così. Ma essendo schietto anche con i ragazzi poi vedo i giocatori crescere, la società crescere. C'era contestazione? Bene, mi è piaciuta. Ci siamo compattati, vinciamo a Cagliari perché abbiamo spirito, perché Linetty si butta e salva il risultato. Poi facciamo la brutta prestazione ieri, ma nessuno si è tirato indietro. Ieri mia moglie mi ha detto che sono stato un cretino, non era il momento, c'era lo stadio pieno, abbiamo fatto una partita molto mediocre e nessuno ha fischiato. Sono schietto ma ieri sono stato stupido, non volevo tutta questa polemica. Per cui ripeto se qualcuno si è offeso chiedo umilmente scusa. Io sono spirito Toro e la mia quadra è molto spirito Toro, non lo era i primi due mesi".
SUL FUTURO DEL TORINO - Ivan Juric ha poi spiegato in conferenza stampa quali sono le prospettive di crescita della squadra, anche in caso di suo addio: "Le basi per migliorar ci sono. Noi adesso finiamo quest'anno, magai bene o meno bene, ma adesso abbiamo un capitale che non c'era prima. C'è una situazione completamente diversa rispetto a quando sono arrivato. Anche Vagnati e Moretti lavorano come cani, il Settore giovanile va a mille, perché li seguiamo, sappiamo ogni cosa dei giocatori della Primavera, il mio preparatore gli prepara i programmi. Parliamo dei dati fisici di Dalla Vecchia e di tutti. Noi spendiamo tempo su tutto questo. Qua c'è gente che lavora forte, che è umile, che è migliorata nella scelta dei giocatori e secondo me stiamo bene. Mercato? A gennaio non si poteva fare niente perché il presidente è stato chiaro, io penso che c'è una grandissima base di giocatori, gente con una mentalità giusta. Quando sono venuto qua sono stato contattato a fine campionato, dopo la salvezza".
SINTONIA - Juric ha concluso il suo intervento facendo un ulteriore bilancio del suo lavoro: "Tre anni sono tanti. Il primo anno sistemiamo un po', il secondo cerchiamo di migliorare, il terzo anno deve essere quello in cui si deve ambire a qualcosa di più. La mia squadra sa per cosa gioca, non è come il primo anno. I miei ragazzi sanno che ieri hanno sprecato un'occasione, sanno qual è il nostro obiettivo, è un grande obiettivo. Speriamo di non avere infortuni perché diventa più difficile però il nostro obiettivo è quello dell'Europa, non attendendolo si perde il senso. Il mio discorso è che se vogliamo raggiugnere l'obiettivo dobbiamo essere tutti in sintonia, questo ci porta dei punti. Ieri è stato fantastico, ci sono stato errori anche brutti ma non ho sentito fischi. Finita la partita si è sentita la delusione ma c'era positiva, contro l'Udinese si è sentito "sveglia", "coglione". Ieri potevamo fare di più, abbiamo deluso. Io sono per l'unione totale".