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Torino, Izzo: 'Io e Dybala siamo simili, ci fa onore ciò che siamo diventati'
"Quando nasci a Scampia non sai cosa c’è fuori, non vedi altre prospettive. La maggior parte degli amici con cui condividevo quei pomeriggi in piazza è finita in galera. C’era chi spacciava, altri rubavano. Non li ho mai giudicati e loro mi hanno tenuto lontano da quella vita, perché ero bravo a giocare a calcio e vedevano in me una speranza. Mi proteggevano, volevano che io ce la facessi anche per loro. Siamo cresciuti insieme, in strada, ma nelle quattro mura di casa ognuno aveva la propria adolescenza. Mettevamo due buste per terra e pensavamo al calcio, non c’era tempo da perdere. Era l’unica ancora di salvezza. Perché appena la palla usciva dal recinto di gioco, la normalità ti affossava. Se finiva nei sotterranei potevi trovare davvero di tutto: sapevi che per risalire con il pallone in mano dovevi schivare siringhe, lacci emostatici e altre schifezze".
Il difensore del Torino ha poi proseguito così: "I miei compagni mi chiedono come sia Scampia. Gli mostro le foto, mi dicono che vorrebbero vedere con i loro occhi. Tomás Rincón, ad esempio, è uno dei più interessati. La mia storia è simile a quella di Paulo Dybala, anche lui viene dal nulla e ha perso il padre da piccolo. Dopo un derby gli sono andato incontro e gli ho detto: ‘Io e te abbiamo una storia simile. Ci fa onore per quello che siamo diventati’. E l’ho abbracciato. ‘Noi due siamo simili’. Io ho lasciato Scampia impaurito e, quando ci sono tornato, l’ho fatto da persona migliore. Da esempio, da speranza".