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    Torino: il momento dei giovani granata

    Torino: il momento dei giovani granata

    • A.S.

    L’intensità non può certo rappresentare il mantra dell’ultima settimana di allenamenti, specialmente per chi non ha più nulla da chiedere al campionato. Certo, ci sarebbe il record di punti dell’era cairota da superare: quella quota 40 che era stato il picco per De Biasi in due stagioni consecutive, prima dello sprofondo del 2009. Sì certo, ci sarebbe da cancellare il nefasto ricordo dell’ultima partita casalinga, lo 0-0 triste e mesto contro il Genoa ad avvicinare una salvezza poi certificata nel turno successivo: i tifosi all’Olimpico meriterebbero un po’ di spettacolo per chiudere la stagione. A parte il piccolo obiettivo statistico e la più pregnante questione di orgoglio, è normale che le motivazioni siano flebili, in particolare quelle dei big: tra vacanze più o meno imminenti, voci e destini di mercato e per qualcuno pure gli impegni delle Nazionali, i titolari non possono fisiologicamente essere accesi dal fuoco della competizione. Discorso ben diverso da chi il campo non l’ha praticamente visto, se non per briciole di minuti. La foga positiva dei giovani può rappresentare il motore propulsivo per calare il sipario dignitosamente domenica contro il Catania, dopo un’annata in cui c’è stato evidentemente molto poco spazio per gli esperimenti.

    IL PARADOSSO - Il più carico, non è difficile da immaginarlo, è Marko Bakic. Finora, suo malgrado, oggetto misterioso per i tifosi del Torino, che lo hanno visto all’opera solo negli allenamenti a porte aperte (merce rara per buona parte della stagione). Presenze in campionato: zero. Tanto da far affiorare qualche perplessità nell’ambiente granata: non sul ragazzo, quanto piuttosto sul suo mancato utilizzo, nemmeno per un minuto. Perché? Arrivato ad agosto in comproprietà con la Fiorentina nella scia dell’operazione Cerci, il talento montenegrino è stato spettatore. E quando sembrava arrivato il suo turno, come in Coppa Italia a Siena, era piombato un 'provvidenziale' infortunio a negargli il debutto. A questo punto, a meno che la iella non si accanisca incredibilmente, pare proprio giunta l’ora di Bakic: altrimenti apparirebbe come paradossale la rinuncia a un ragazzo che Dejan Savicevic, non il primo che passa, aveva definito 'il futuro del calcio montenegrino, nel solco di Vucinic e Jovetic'.

    MENGA E DIOP - L’ultima parola spetta all’allenatore, ci mancherebbe. Anche perché è lui a seguire quotidianamente i giocatori durante il lavoro settimanale. Visto in questi giorni, forse anche per il desiderio di esordire in granata, Bakic ha dimostrato impegno e applicazione. Esattamente come Dolly Menga, che pure un minimo di spazio in campionato l’ha avuto. Il giovane belga ha poi un motivo in più per provare a stupire: essere riscattato dal Torino che lo aveva prelevato in prestito dal Lierse. Confida nella possibilità di giocare da titolare anche Abou Diop, unico prodotto della Primavera granata ad aver avuto qualche chance in prima squadra durante la stagione.

    (Tuttosport - Edizione Locale)

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