Torino:|Filadelfia, il milione della discordia
Il milione della discordia fa litigare il Comune e la Fondazione. Si conclude con un “nulla di fatto” l’ennesimo incontro sul tavolo del futuro del Filadelfia. Il giorno del primo assegno staccato a favore della ricostruzione dello stadio del Grande Torino è rimasto nell’immaginario dei tifosi del Toro, usciti alquanto delusi dalla riunione con la Città, rappresentata dall’assessore allo Sport e Tempo Libero Stefano Gallo. «Dovevamo mettere i puntini sulle “i”, invece ci ritroviamo ancora una volta a mani vuote: a questo punto ci sentiamo presi in giro», l’amara considerazione di uno dei membri della Fondazione, Domenico Beccaria. La protesta granata è salita quando il Presidente della Commissione Luca Cassiani ha letto un passaggio della lettera del sindaco Piero Fassino, che in sostanza spiega il mancato pagamento del milione. «Ho sollecitato il Presidente Chiabrera a che la Fondazione presenti il progetto definitivo e il relativo piano finanziario entro il 15 maggio per passare così al più rapido avvio delle procedure operative».
Cioè, manca il progetto definitivo del Filadelfia, quello che sbloccherebbe la macchina da soldi che a parole e documenti firmati c’è (3,5 milioni dalla Città, 3,5 dalla Regione, uno dal Torino tramite la Fondazione dedicata alla mamma del presidente Cairo), ma nella pratica latita. E non da oggi. «Non lo sapevamo, nessuno ce l’aveva mai detto di dover presentare il progetto, ma ci siamo vicini. Però quei soldi sono nostri, vincolati per il Filadelfia, non appartengono al Comune», rincara la Fondazione. Dal canto suo, l’assessore Gallo respinge ogni accusa: «E’ da un anno che ne parliamo», taglia corto.
Prossima tappa, il cda della Fondazione in programma il 4 marzo che dovrà varare una linea veloce ed efficace per soddisfare le richieste dell’amministrazione cittadina entro il tempo stabilito. Insomma, la telenovela sul Filadelfia purtroppo continua. Da diciannove anni.
La serata ha restituito un po’ di buon umore ai tifosi del Toro, almeno a quelli che hanno “assalito”, in duecento, il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata di Grugliasco. C’erano da festeggiare i trent’anni di Rolando Bianchi: un brindisi che il capitano granata, accompagnato dal fratello-manager Riccardo, avrebbe voluto fare in forma privata. Ma non è riuscito a tener nascosto.