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Torino da alta classifica: l'Atalanta patisce Mazzarri
I granata avevano finito con l'Europa League (preliminari ma duri) giovedì in Inghilterra: il volo di ritorno, un paio di allenamenti defatiganti, niente di taumaturgico dal mercato, e di fronte l'Atalanta squadrona. Hanno razionato bene le energie, anche nei dettagli piccoli, le corsette al posto delle corse quando non era necessario fare della velocità. Un pugile celeberrimo del secolo scorso, Gene Tunney, pastore metodista statunitense nonché pugile scientifico, vinceva i match mondiali limitando anche i passi per andare all'angolo, dove cercava di trovarsi già al gong. Stasera il Torino lo ha imitato anche se nessuno del Toro sa chi Tunney fu. Tutti meno uno, per continuare a richiamare altro sport: De Silvestri, promessa dello sci di fondo, contro l'Atalanta ha fatto tanta ma tanta discesa libera, suffragando anche la mancanza dello specialista Ansaldi: via verso il fondo e cross, elementare e proficuo.
L'Atalanta lo ha ha patito, così come ha patito il pressing da basket (arieccoci) effettuato dagli avversari però senza frenesie. L'impressione è che quelli del Toro si siano persino divertiti di più (tossine da stanchezza a parte, ma le si può archiviare con la volontà e il fachirismo), ad esempio nei tackles che guarda guarda si risolvevano quasi sempre in un buon affare sul piano della gestione del match. Poi l'Atalanta ha patito Sirigu, ma qui siamo dentro il Toro e prossimamente anche l'azzurro. Comunque la squadra di Gasperini ha giocato bene, e forse è il caso di azzardare pronosticando che contro i granata di Mazzarri, quelli di Parma almeno, altre squadre e forti assai avrebbero penato e magari perduto sicurezza e partita.
Moltissimi gli appunti, molti gli spunti. La sintesi è però obbligatoria, e allora diciamo che per la valutazione alta del Toro gioca pure la capacità di reagire quando il 2-1 dell’Atalanta, risalita dallo 0-1, sembrava una sorta di sigillo. Tre minuti e Berenguer segnava un gol bello come i due di Zapata. Poi ecco il solito schema del Toro, palla inattiva o comuque cross sereno, con qualcuno che si avventa. All’inizio era stato Bonifazi su corner per il primo gol, nel finale è stato Izzo, difensore e tanto altro, forse il giocatore meno prezzato e più interessante che sia adesso sulla piazza.
Sono entrati nel finale i due nuovi acquisti, Arana e Laxalt, di Atalanta e Toro, a dire se non altro che il mercato c'è e si vede, e magari si vedrà meglio nelle ultime ore. In campo sin dall’inizio, Zapata e De Silvestri sono riusciti a fare una grande partita pur mangiandosi delle occasioni. Belotti il solito martire acciappabotte, Gomez fumosetto (e cambiato). Pubblico maschile a torso nudo, ora torna l’azzurro della Nazionale e finisce l’estate.
IL TABELLINO
Atalanta-Torino 2-3 (primo tempo 1-1)
Marcatori: 24' p.t. Bonifazi (T), 38' p.t. Zapata (A), 9' s.t. Zapata (A), 12' s.t Berenguer (T), 21' s.t. Izzo (T)
Assist: 24' p.t. Baselli (T), 38' p.t. Pasalic (A), 9' s.t. Gomez (A), 12' s.t Meitè(T), 21' s.t. Baselli (T)
Atalanta (3-4-1-2): Gollini, Toloi, Djimsiti, Masiello, Hateboer, de Roon, Pasalic (18' s.t. Muriel), Gosens (35' s.t. Arana), Gomez (22' s.t. Malinovskyi), Ilicic, Zapata. All. Gasperini.
Torino (3-5-2): Sirigu, Izzo, Djidji, Bonifazi, De Silvestri, Baselli (33' s.t. Lukic), Rincon, Meitè, Aina, Belotti, Berenguer (38' s.t. Laxalt). All. Mazzarri.
Arbitro: Doveri di Roma (Galetto, Fiorito; Dionisi)
Ammoniti: 21' p.t. Berenguer (T), 20' s.t. Hateboer (A), 31' s.t. de Roon (A), 48' s.t. Laxalt (T)