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Tommasi: 'Mancini ct? Può anche restare Di Biagio. Mi candido alla Figc, ma sono disposto a farmi da parte'
"Le squadre B? Altri Paesi hanno già avviato e consolidato questa strategia, che sta portando loro numerosi frutti. Dobbiamo valorizzare i nostri talenti e questa è la strada che più ci aiuterà anche a dare nuovo lustro alla Nazionale. Abbiamo tanti giocatori giovani che si perdono nel passaggio dalla primavera alla prima squadra, in questo modo noi li aiuteremo a consolidarsi in serenità e sarà più facile selezionarli ed aiutarli. Molti club di Serie A hanno preferito andare a pescare nei club esteri ragazzi più avanti nella formazione rispetto ai nostri, probabilmente anche a un costo inferiore. Di conseguenza i nostri talenti hanno fatto sempre più fatica a guadagnarsi spazio perché ritenuti acerbi. Noi siamo una fucina di talenti, dobbiamo tornare a gestirli e valorizzarli dandogli fiducia con maestria senza più compiere l'errore di escluderli o bruciarli. Al di là dello sport, questa è una piaga sociale nostrana. I calciatori vogliono un cambiamento? Ho avuto chiaramente più volte modo di confrontarmi con loro. Vogliono che il progetto sportivo torni al centro e che si aumenti la solidità e la sostenibilità delle società, dobbiamo evitare nuovi casi tragici come quelli di Modena e Vicenza dove le squadre, a metà campionato, rischiano di non scendere in campo per molteplici problemi che poi penalizzano i calciatori, i tifosi e tutto il calcio".
"Mancini nuovo ct? Non è il pensiero primario. È normale che qualsiasi allenatore abbia interesse a proporsi alla Nazionale. Credo però che, nelle prossime partite, sia giusto dare fiducia a Gigi Di Biagio che conosce adeguatamente la macchina azzurra e saprà far bene, dando così modo alla Federazione di ragionare sull'eventuale prossimo ct. Di Biagio può essere confermato ct? Potrebbe anche essere. Ma ripeto, ad oggi l'obbiettivo è l'elezione del 29 gennaio. Le colpe di Tavecchio? Noi, fin da subito, abbiamo votato un altro candidato rispetto al presidente Tavecchio. La cosa che ci è pesata di più, da marzo fino ad oggi, è la completa mancanza di condivisione delle scelte e soprattutto il fatto di aver fatto molte scelte in funzione del voto piuttosto che del progetto. È un fallimento su tutti i fronti. A oggi sono l'unico che ha ufficialmente espresso la propria candidatura, anche se formalmente devo depositare ancora il documento programmatico. Sono convinto di fare il presidente federale per cambiare il calcio nei termini che ho esposto. C'è bisogno di coinvolgere e condividere su più fronti le scelte fondamentali, soprattuto con persone diverse da quelle che sono sedute oggi intorno al tavolo. Sono altrettanto convinto che, se prima di domenica, dovesse uscir fuori una candidatura unica che proviene dal nostro mondo e soddisfa le esigenze e i progetti comuni, sono disposto anche a farmi da parte".