Lapresse
Tommasi: 'Il calcio è malato. Servono presidenti coraggiosi'
Il presidente dell’Aic svela a Paese Sera aneddoti e curiosità di una carriera ricca di sorprese con uno sguardo al passato, al presente al futuro.
"Sul contratto e il contributo di solidarietà c’è stata molta disinformazione. Al calciatore viene chiesto un impegno maggiore perché ritenuto più fortunato, ma non è così. Noi facciamo cose che non tutti sanno fare e molti si impegnano già nel sociale anche se non se ne parla".
In una intervista sul numero di ottobre del mensile Paese Sera Damiano Tommasi sfoga la sua amarezza per la vicenda che ha riguardato il rinnovo del contratto e il conseguente sciopero del calcio (il secondo nella storia).
Due sfide difficili al suo esordio da nuovo presidente della più grande organizzazione sindacale del calcio professionistico: “Più alto è l’ostacolo da superare maggiore è la probabilità di crescere”.
Da "Anima candida" ai tempi del calcio giocato a terrore dei "poteri forti" da dirigente in giacca e cravatta, il centrocampista della nazionale, campione d’Italia nel 2001, svela aneddoti e curiosità di una carriera ricca di sorprese, con uno sguardo al passato: "Franco Sensi era una vero leader, capace di non perdere autorevolezza anche quando sbagliava. Io me ne andai perché qualcosa si era rotto dopo il mio infortunio”, al presente: “ Ora spero si dia tempo a questa nuova presidenza americana” e al futuro: “Per dare appeal e competitività alle serie inferiori si potrebbero introdurre le seconde squadre dei club più importanti ma i presidenti delle società devono essere più coraggiosi”.