Getty Images
Tommasi contro il calcio nelle feste: 'Si gioca troppo'. Ma i numeri dicono altro
Un buon riscontro di pubblico e stadi a volte pieni. L’esperimento di far giocare Serie A e Coppa Italia durante le feste di fine anno sembra funzionare e non dispiace agli appassionati, anche se devono farci ancora l’abitudine. Il bilancio definitivo verrà tracciato dopo il turno di campionato dell’Epifania. Le voci in controtendenza arrivano però dall’interno. Dopo i dubbi di Sarri sulla compatibilità tra l’impegno agonistico e il clima rilassato di questi giorni, arrivano anche le perplessità di Damiano Tommasi.
CALENDARI - Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, invocato da molti alla guida della Figc, è fatalista nel ringraziare la clemenza delle condizioni atmosferiche di questi giorni e lancia lo spunto critico: “Già se ne parla a livello europeo – le sue parole affidate a Facebook –, anche in Italia non vedo l'ora che qualcuno (Figc?) convochi una volta per tutti club, allenatori e calciatori a discutere di calendari, soste e numero delle partite partendo da un punto fermo: il calcio è uno sport e il business funziona se funziona l'evento sportivo”.
FALSO PROBLEMA - Il punto di vista è estremo: tutto dalla parte di chi scende in campo. E si appoggia (un po’ forzatamente) anche alle rimostranze di Guardiola e Mourinho, che hanno espresso qualche perplessità – da contestualizzare – sulla full immersion della Premier League che non ha mai staccato la spina dal Boxing Day al 4 gennaio. Almeno dalle nostre parti, però, il mutamento del calendario non incide sui due indicatori chiamati in causa da Tommasi: numero delle partite e durata della sosta. La Serie A chiude i battenti il 6 gennaio per tornare in campo tra il 20 e il 21. Le due settimane di vacanza per i calciatori sono garantite esattamente come un anno fa, quando si è giocato il 22 dicembre (con la Supercoppa a Doha il 23) per poi tornare in campo insieme alla Befana. Il numero complessivo delle partite non è aumentato rispetto agli anni scorsi e – soprattutto – regge poco ogni considerazione sull’aspetto meteorologico: l’inverno italiano presenta le medesime caratteristiche climatiche a fine dicembre come a fine gennaio.
NUMERI OK - Lasciando alla soggettività le valutazioni sullo spettacolo offerto dalle partite di questi giorni (comunque godibili), restano agli atti gli inconfutabili dati positivi: circa 25.000 spettatori di media negli stadi – è la rilevazione di Repubblica – un dato complessivo leggermente più alto di quello delle 18 giornate precedenti. E il calcio nelle feste funziona ancora meglio in tv, se si pensa agli 8,2 milioni di spettatori catturati dal derby di coppa del 27 dicembre tra Milan e Inter. La strada da percorrere è ancora lunga, specie nel confronto con Liga e Premier League in termini dell’appeal sul mercato cinese. E molti addetti ai lavori hanno applaudito l'effetto benefico di un mercato invernale che non va a sovrapporsi interamente al calcio giocato. Guardare indietro, in sostanza, è anacronistico. E il punto di vista di Tommasi risulta evidentemente sindacalizzato e appiattito sugli interessi dei calciatori. Una visione forse ancora miope, per chi vuole guidare l’universo complesso del calcio italiano.
@pietroscogna