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    Tokyo si inchina a Dressel, il profeta del nuoto americano

    Tokyo si inchina a Dressel, il profeta del nuoto americano

    • Federico Albrizio
      Federico Albrizio
    Il nuoto e gli Stati Uniti, un binomio da sempre vincente sia nel maschile che nel femminile. Katie Ledecky si è confermata anche in questi Giochi come una delle nuotatrici, se non la nuotatrice più grande di sempre: altre quattro medaglie, due argenti nei 400 m stile libero e nella 4x200 stile libero, e due ori negli 800 m e nei 1.500 m sl che portano a 7 il conto degli ori olimpici per la campionessa. Eppure la Ledecky non si è presa tutte le copertine, ha dovuto spartirle con le australiane Ariarne Titmus, l'ha sconfitta in due occasioni e si candida a diventare la nuova padrona del nuoto femminile, ed Emma McKeon, prima donna a conquistare 7 medaglie in una sola edizione (4 ori e 3 bronzi).

    Chi invece non ha avuto pietà e si è imposto come re assoluto di Tokyo è stato Caeleb Dressel, il nuovo profeta del nuoto a stelle e strisce. Venticinque anni da compiere il prossimo 16 agosto, il nuotatore della Florida è il nuotatore più potente e veloce al mondo e lo ha ribadito con una prova di forza impressionante: oro e record olimpico nei 50 m sl (21"07) e 100 m sl (47"02), oro e record del mondo nei 100 m farfalla (49"45) e 4x100 m misti (3'26"78), 'solo' oro nei 4x100 sl. Cinque ori e due record mondiali lo hanno inevitabilmente reso l'uomo copertina, nonostante a lui delle copertine interessi davvero poco o nulla. Come non gli interessa nulla del paragone con Michael Phelps: il tarlo del Goat, l'eterno dibattito che già riguarda altri sport come il basket (Michael Jordan e LeBron James) o il calcio (Pelé e Maradona, Cristiano Ronaldo e Messi) non lo tocca, lui può essere il più grande a modo suo.

    "In vasca mi sento puro", racconta Dressel, un ragazzo che mantiene questa purezza nei suoi riti e nelle sue peculiarità. Come quella bandana blu che lo accompagna a ogni gara, memoria di Claire McCool, sua insegnante di matematica ai tempi del liceo e scomparsa nel 2017 (a 62 anni) per un cancro al seno. O come i tre diari che tiene per contrastare l'ansia, nei quali scrive della sua vita privata e tiene conto dei suoi progressi nel nuoto. O ancora il forte sentimento religioso, come testimoniato anche da uno dei tanti tatuaggi che coprono il suo braccio sinistro, l'aquila che sovrasta tutto ("Rappresenta Isaia 40:31", uno dei suoi passaggi preferiti della Bibbia). E ancora l'auto-imposizione di un limite di 15 minuti al giorno per utilizzare Instagram, unico social sul suo smartphone, le feroci autocritiche che si rivolge, la volontà di raccogliere almeno un oggetto spazzatura da terra al giorno ("So che può sembrare stupido, ma queste piccole abitudini sono uno dei motivi per cui ho questo successo nello sport. Per me questi piccoli atti sono come monetine che metti in un salvadanaio", aveva raccontato a GQ). Un campione puro e semplice, un nuovo profeta per il nuoto americano: gli USA si godono Dressel, il loro nuovo simbolo.

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