Tifoso Verona:|'Picchiato a Brescia'
Non sono state tensioni paragonabili a quelle di anni passati, ma Brescia-Verona ha lasciato il segno anche stavolta.
La Digos di Brescia sta svolgendo indagini sull'aggressione che ha costretto un tifoso veronese a ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Le lesioni riportate, a quanto si è appreso, non sono gravi, ma il tifoso, che si trovava in trasferta con il figlio e altri due parenti se l'è davvero vista brutta. Il racconto dei momenti di terrore è stato affidato a una lettera inviata anche al nostro giornale.
UNO SFOGO in cui si riferisce di un' aggressione a colpi di manganello, «pugni di ferro» e fruste metalliche. «Per me, 59 anni, mio figlio di 21, mio nipote di 35 e mio cugino di 53», scrive il tifoso gialloblù, «doveva essere una trasferta che ci portava a vedere una partita importante della nostra squadra contro un'altra grande della serie B di quest'anno», era «vista come una giornata di divertimento e di sport». Nella lettera, poi, solo un riferimento all'esito della gara:«La partita è stata quella che è stata, si poteva vincere, si poteva perdere, abbiamo perso».
IL GRUPPETTO aveva quasi raggiunto la via «fuori dalla zona calda» in cui aveva lasciato l'auto, quando un gruppo di bresciani ha rivolto loro delle «frasi in stretto dialetto» per «avere la prova» che si trattasse di veronesi. È stata la richiesta di una sigaretta, a cui il più giovane dei veronesi ha risposto prendendo il pacchetto che aveva in tasca, il momento che ha preceduto la «rivelazione» delle vere intenzioni dei bresciani.
«IL NOSTRO interlocutore», è scritto nella lettera, «prontamente raggiunto da un folto gruppo di impavidi, gridando con gli occhi fuori dalla testa "veronesi m... - venite qui a fare gli sbruffoni" gli ha sferrato il primo pugno in pieno volto, che per fortuna è stato parzialmente evitato». Poi il tentativo di fuga, e il dramma di un padre aggredito che vede il figlio «con due, tre intorno che cercavano di picchiarlo, senza poter aiutarlo intento com'ero a tenere a bada, senza grande successo, quelli che ce l'avevano con me». Il seguito è il pronto soccorso, è l'inizio delle indagini da parte della polizia. È la serie d'interrogativi su «lealtà, rispetto, coraggio». E quel «grande senso di tristezza e di rabbia che rimane».
Un trentenne bresciano, D.C, è stato intanto denunciato dalla Digos perché, circa due ore prima della partita, è stato sorpreso con un tubo di plastica nascosto sotto il giubbino.