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Tifosi, dove siete? Italia ko sugli spalti
Proprio così, si soffre, si impreca, si canta insieme, si vive l'atmosfera dell'Europeo sul divano o in piazza. Lo hanno detto le prime due partite contro Belgio e Svezia, i tifosi italiani in Francia sono in netta minoranza. Non serve aspettare i dati ufficiali della Uefa, basta considerare l'aspetto cromatico. Una marea rossa di belgi a Lione, una gialla di svedesi oggi a Tolosa. E pensare che se si mettono insieme le popolazioni dei due Paesi si arriva a poco più di 20 milioni, un terzo degli abitanti dell'Italia. I supporters delle altre nazionali sono di più, sono più rumorosi, sono veramente il 12esimo uomo in campo. Un fattore che alla lunga potrebbe essere decisivo.
Un peccato, un fenomeno poco comprensibile. L'assenza di tifosi non può essere una questione d'amore, visto che quando gioca la Nazionale un Paese intero si ferma. Non ci possono essere nemmeno ragioni geografiche, la Francia è vicina e la comunità Italiana è una delle più numerose. Ma se l'Islanda ha portato all'ombra della Tour Eiffel il 6% della sua popolazione, se i tifosi di Galles, Irlanda ma anche Croazia o Albania sono più di noi allora c'è qualcosa che non va. Nemmeno il rischio attentati e i prezzi dei biglietti, (tutt'altro che proibitivi, dai 25 ai 145 euro sia per le tre partite del girone sia per gli ottavi), sembrano essere una valida scusante. Ai tifosi in Francia che saranno il 2 giugno a Lille e, se l'Irlanda non batte il Belgio, il 27 giugno a Parigi un invito: vestitevi di azzurro e fatevi sentire. L'Italia ha bisogno di voi.