Tifosi Atalanta: class action contro Doni
I tifosi dell'Atalanta vogliono avviare una class action contro Cristiano Doni: allo stadio o davanti alla tv erano convinti di assistere a partite vere e non combinate, pertanto sono pronti a chiedere i danni all'ex capitano. Ne dà notizia stamattina L'Eco di Bergamo. Circa 30 sostenitori nerazzurri hanno dato mandato all'avvocato Silverio Vitali per valutare se ci siano i presupposti dell'azione legale. "Sotto il profilo strettamente civilistico - ha spiegato l'avvocato al quotidiano - sia per l'abbonamento a Sky, che per l'abbonamento allo stadio o il biglietto della singola gara, c'è un contratto che prevede che l'incontro si svolga secondo i crismi della correttezza, non che si svolga per arrivare a un risultato predeterminato. In pratica lo spettatore non ha ricevuto quello per cui ha pagato". E le brutte notizie per Doni non sono finite, visto che anche l'Atalanta ha intenzione di chiedere i danni all'ex capitano.
Anche l'Atalanta ha intenzione di chiedere i danni al suo ex capitano per lo scandalo del Calcioscommesse. Lo ha assicurato in un'intervista a L'Eco di Bergamo il presidente Antonio Percassi. «L'Atalanta farà tutto quello che è nelle sue possibilità per rivalersi nei confronti di Doni». I danni provocati dall'ex fuoriclasse sono i punti di penalizzazione inflitti dal giudice sportivo ai nerazzurri: sei per il campionato scorso, due (patteggiati) per il prossimo. Ma forse vanno aggiunti anche i danni d'immagine e quelli economici: i mancati introiti di coloro che, dopo gli scandali, si sono definitivamente disamorati del calcio e gli stipendi che Doni continua a percepire pur non avendo giocato per una stagione intera (la società nerazzurra è costretta a versarglieli sino a fine contratto, pena altri tre punti di penalizzazione).
Rabbia e delusione. Ma anche voglia di dimenticare e di passare al silenzio.
I tifosi vip bergamaschi ancora scottati dalla vicenda del Calcioscommesse e soprattutto del coinvolgimento del capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, reclamano l'oblio soprattutto per metabolizzare quello che hanno vissuto come una pugnalata alle spalle.
Ma all'indomani della diffusione della notizia che una trentina di sostenitori nerazzurri hanno avviato una class-action nei confronti del giocatore, tutti i fan eccellenti non riescono a trattenere le esternazioni e si trovano d'accordo con questa iniziativa.
Perché, è la sintesi dei vari commenti, chi è stato tradito merita un giusto risarcimento anche se il danno, soprattutto morale, non ha prezzo. «È come se mia moglie mi avesse tradito – commenta il sindaco di Bergamo Franco Tentorio –; non lo amo più e quindi di lui non voglio più parlare. Doni rappresenta un passato triste che non voglio più ricordare».
L'ex capitano della Dea in passato è stato insignito della benemerenza civica e alcuni politici locali avevano sollecitato la possibilità di ritirare questo riconoscimento: «Penso che ora sia poco elegante tornare su questo tema e poi non esiste un regolamento per togliere la benemerenza. Non riesco a capire come un uomo circondato da tanti sentimenti positivi abbia distrutto tutto per una malattia, perché per me il gioco è una malattia. Un vizio che si sta diffondendo con l'avallo dello Stato solo per incassare una percentuale».
Ma se Cristiano Doni respingesse al mittente la richiesta di risarcimento, spiegando di essersi limitato a scommettere denaro essendo venuto a conoscenza di partite «aggiustate» da altri? Il dubbio non sfiora l'avvocato Silverio Vitali: «Mi sembra che le responsabilità di Doni siano di tale evidenza che difficilmente potrà chiamarsi fuori davanti alle nostre pretese». Il legale bergamasco che sta raccogliendo adesioni di tifosi e abbonati (anche quelli della pay-tv) per chiedere i danni all'ex capitano nerazzurro e ad altri calciatori coinvolti nel Calcioscommesse, non ha alcuna intenzione di fermarsi: «Oggi (ieri, ndr) mi sono arrivate altre decine di contatti, anche per via del clamore mediatico che ha suscitato la notizia di questa iniziativa. Tutta gente che chiede come fare a rivalersi. Vero che la controparte può non accettare la mediazione. Ma io dico che può essere conveniente anche per la controparte chiudere il contenzioso prima del processo penale: i risarcimenti potrebbero infatti influire positivamente sulla sentenza».