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  • Milanesi, domenica tutti sotto la Madonnina per festeggiare il Leicester!

    Milanesi, domenica tutti sotto la Madonnina per festeggiare il Leicester!

    • Luca Borioni
    A metà tra spirito goliardico e poesia del calcio, si diffondono ovunque i preparativi per i festeggiamenti dell’eventuale, probabilissimo e anzi imminente titolo del Leicester. Si diffondono anche in Italia, questa è la particolarità. E allora, oltre a goliardia (perché una festa tanto inusuale rappresenta il pretesto per divertirsi fuori e sopra le righe) e poesia (perché non c’è niente di più affascinante che il successo di una piccola squadra nella grande Premiership), dobbiamo considerare anche le ragioni del tifo, ad esempio quello “contro” che magari cerca disperatamente un’alternativa alla monotonia delle vittorie juventine. 

    In ogni caso anche da noi ci si prepara per esultare adeguatamente assieme a Vardy e Ranieri. Già perché non va dimenticata la (fondamentale) presenza del tecnico italiano sulla panchina delle Foxes. Non si sa quanto sia lecito condividere con sano spirito patriottico l’impresa dell’ex allenatore di Juve, Roma e Inter (ma anche Napoli, Fiorentina eccetera) che da noi non è stato sempre trattato con il rispetto dovuto (Tuttosport condusse una strenua battaglia per accelerare il suo esonero dalla Juventus) dall’alto della lunga militanza sulle panchine di tutte le categorie e di molti campionati. È vero che anche in Inghilterra non sono state sempre rose e fiori, con quell’appellativo di “tinkerman” affibiatogli ai tempi del Chelsea per le eccessive rotazioni tra giocatori. Da Tinkerman a Dead man walking - quando era scontato l’arrivo di Mourinho (che pure lo definì “un vecchio”) al suo posto - il passo è stato breve, mentre all’inizio di questa stagione l’ex bomber Lineker, oggi opinionista con un passato e un’appartenenza solida al Leicester, aveva bollato l’arrivo di Ranieri come “uninspiring”, poco stimolante, e l’altro ex Tony Cottee ha parlato di “huge gamble”, un rischio, un azzardo.

    Ora tutti sono pronti a salire sul classico carro dei vincitori, ma nulla di strano, accade spesso nel calcio. E poi questo voltafaccia riguarda più la critica che la tifoseria, ornai affezionata allo stile sobrio e pulito di Ranieri così come lo fu e lo è ancora quella del Chelsea. Diciamo che dentro questa smania italiana di festeggiamenti per il titolo del Leicester ci sono tante anime e tante psicologie: 50% di amanti del calcio duro e puro; 20% di fan della rivelazione Vardy; 10% di non juventini; 10% di tifosi dei Foxes, 5% di ammiratori di Ranieri e dei valori italiani; 5% di chi si accoda alla moda del momento. Non sono numeri insignificanti se, a cercare su Facebook, si trovano circa 15 mila followers della pagina “Festeggiare lo scudetto del Leicester in Piazza Duomo”, con raduno già fissato per domenica, mentre spuntano nuove adunanze anche in altre città e quelli di Calciatori Brutti ne approfittano per organizzare una “macchinata ignorante per Leicester”, ovvero per ubriacarsi di birre e calcio direttamente sul posto, a nord di Londra sulla strada per Nottingham.

    È evidente come a tutti piaccia assai l’idea di una squadra meno strutturata e meno potente delle big, capace di sovvertire i pronostici e di battere tutti. In fondo è questo il bello dello sport. Andare contro i programmi, regalare sorprese imprevedibili. Fare lo sgambetto ai potenti. Dimostrare che l’impossibile talvolta è possibile.

    Ma tutto questo come si concilia con i progetti di SuperLeague?

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