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    Thuram: 'Razzismo? Sto con Maignan, si deve lasciare il campo. Giusto che Acerbi sia tornato a casa per difendersi'

    Thuram: 'Razzismo? Sto con Maignan, si deve lasciare il campo. Giusto che Acerbi sia tornato a casa per difendersi'

    L'attaccante dell'Inter, Marcus Thuram ha parlato in conferenza stampa direttamente dal ritiro della Francia per presentare le prossime gare dei Bleus. Inevitabile tornare al momento che sta passando il club nerazzurro, fra l'eliminazione dalla Champions League contro l'Atletico (in cui non ha brillato e in cui è stato protagonista di un brutto gesto nei contronfi ti Savic) e il caso razzismo che sta vedendo coinvolto il suo compagno di squadra Francesco Acerbi.

    LA FRANCIA -
    "Concorrenza in attacco? Io cerco di esserci ogni volta che ci sono le convocazioni. Poi abbiamo giocatori molto, molto bravi davanti. L'allenatore ha solo l'imbarazzo della scelta. Questa è la mia seconda stagione da numero 9. Nella prima ho giocato da solo in attacco, ora sto imparando a giocare con Lautaro in coppia".

    LE OLIMPIADI - "È un grande motivo di orgoglio per qualsiasi giocatore francese giocare alle Olimpiadi. Poi c'è un allenatore che è Thierry Henry e che farà la sua lista. Se sarò chiamato in causa, risponderò, ma non mi candiderò pubblicamente per farlo. Europei e Olimpiadi? Se un giocatore vuole fare entrambe le cose, penso che troverà le energie per farlo".

    ACERBI E IL RAZZISMO - "Quando c'è un provvedimento così serio, il giocatore deve rimanere con il club per difendersi e spiegare bene cosa è successo. Non è il momento giusto per andare in nazionale. Io sono d'accordo con Maignan, dobbiamo lasciare il campo in questi casi. Dobbiamo battere i pugni sul tavolo per far capire che questo è inaccettabile".

    SAVIC - "E' un gesto che non si doveva fare ma no, non avevo paura del var".

    L'ELIMINAZIONE DALLA CHAMPIONS - "La Nazionale francese arriva sempre nel momento giusto. E' stata una serata complicata perché non è bello essere eliminati in Champions League. Ora vogliamo vincere lo scudetto".

    IL NOME SULLE SPALLE - "Spero di non essere ancora arrivato al mio meglio perché ho solo 26 anni. Negli ultimi due anni ho fatto molti progressi da numero 9. E se non mi chiedono più di mio padre, è perché sappiamo da 26 anni che è mio padre e avete già dovuto farmi tutte le domande su di lui (ride ndr.). 

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