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Thuram: 'Facile parlare bene dell'Inter adesso, ma questo gruppo è figlio di un percorso che dura da anni'
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L'attaccante francese è il protagonista di GQ Hype speciale Change is Good, iniziativa globale della nota rivista mensile dedicata al cambiamento, che promuove valori come la diversità, parità di genere, sostenibilità e attenzione alla salute mentale.
VALORI - Nel corso dell'intervista, Thuram ha spiegato quali sono i valori principali per giocare bene a calcio: "La cosa più importante per giocare bene a calcio è amare il calcio. Quando ami giocare, ami anche tutta la fatica, gli aspetti meno divertenti di questo sport, ti sforzi sia per te che per il compagno. In questa Inter non c’è nessuno che non ami il calcio, siamo un gruppo di venticinque persone, alle quali devi aggiungere lo staff, che è felice di passare il tempo insieme e di lavorare uno per l’altro. Un gruppo non è un giocatore più un giocatore, è una squadra. Non mi vedo da fuori, ma penso che sia questo che si percepisce anche da spettatore".
CAMBIAMENTO - Thuram, arrivato a Milano in estate a parametro zero dopo l'esperienza al Borussia Monchengladbach, racconta poi uno dei cambiamenti nel paradigma di come si vince di questa Inter: "Questo gruppo non è nato l’anno scorso. Esiste da tre anni. L’anno scorso ha perso una finale di Champions che avrebbe potuto vincere, hanno vinto trofei e abbiamo intenzione di continuare a farlo. Certo, è facile aprire gli occhi ora, perché sta andando tutto molto bene, ma è un percorso che dura da anni".
IMPATTO CON LA SERIE A - Thuram parla poi dell'impatto con il nostro campionato: "La Serie A è un campionato che mi ha stupito in positivo. Ovviamente lo conoscevo già, ma la preparazione tattica degli avversari è qualcosa di altissimo livello. Ogni squadra, dalla prima all’ultima, entra in campo con un’idea di gioco ben preciso, la conoscenza di ogni calciatore è molto alta".
LOTTA AL RAZZISMO - Thuram viene scelto per poter rappresentare un'icona nella lotta contro il razzismo, lui non si sottrae ed è conscio di avere un'opportunità importante in questo senso: "È normale che le persone chiedano a Marcus Thuram di essere un simbolo per la lotta contro il razzismo, perché ho una voce che può essere più ascoltata di altre. Ne sono cosciente e il tema mi sta molto a cuore. Non credo però che sia un singolo a poter cambiare le cose, è ovviamente un processo collettivo. Anche perché si tratta solo di capire che siamo umani. In molti lo vedono anche come un problema circoscritto: tu prima parlavi di un problema italiano. Io non credo che sia un problema italiano: esiste in Francia, esiste in Spagna, come negli Stati Uniti purtroppo. È un tema universale e quindi credo che sia un processo di cambiamento da abbracciare e attuare tutti insieme, facendo ognuno la sua parte".
BLACK HEROES - Il padre di Marcus, Lilian Thuram, è da sempre in prima linea nella lotta contro il razzismo nello sport. Ma quali sono i black heroes per l'attaccante dell'Inter? "In realtà tutte le persone che ti circondano possono essere i tuoi black heroes. Non ci ho pensato molto, ma se me lo chiedi così, ti rispondo che mia madre, mio fratello, mia nonna sono i miei black heroes. Tutte le persone che erano con me e mi hanno aiutato a crescere".
STILE - Ma chi è il più stiloso nella rosa dell'Inter? Thuram se la ride: "No, dai, questo non posso dirlo. Anche perché lo stile è un qualcosa di così personale che non è possibile decretare il più stiloso in assoluto. Sei tu che ti metti i vestiti, non posso decidere io cosa ti devi mettere o dire che qualcuno si sta vestendo male. Se è comodo e confident in quegli abiti, be’, allora sono gli abiti giusti. Però, se dovessi scegliere uno che secondo me si veste molto bene nel mio spogliatoio, sicuramente direi Matteo Darmian. Lui è stiloso".