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Inter, Thuram e quel bisogno di sintesi tra Dzeko e Lukaku
LE SACRE SPONDE - Potenzialmente sì. L’ex Borussia Mönchengladbach risponde a un bisogno di sintesi. Dzeko e Lukaku erano troppo diversi l’uno dall’altro, normale si creassero due Inter. Thuram arriva per conciliare il dualismo in un’unica persona e forse chissà per provare a superarlo. In una parola, risolverlo. La speranza di Inzaghi è quella di avere in campo nello stesso momento alcune proprietà dell’uno senza rinunciare ad alcune proprietà dell’altro, così da avere a disposizione, a seconda della situazione puntuale (e non più della fase della partita) un’offerta di gioco più completa. Prendiamo ad esempio il fondamentale delle sponde, che sono ‘sacre’ non solo per Foscolo ma anche per Inzaghi evidentemente.
Com’è messo Thuram? Il modo di ‘spondeggiare’ di Thuram differisce parecchio da quello di Lukaku. C’è qualcosa di più dinamico e creativo che si avvicina maggiormente al Dzeko style.
Non avrà lo stesso tocco felpato, perderà sicuramente qualche pallone in più andando incontro ai costruttori (più creativo = più rischioso), però certe sponde di Thuram sorprendono davvero per originalità. Sopra ve ne ho mostrata una brillante contro lo Schalke, qui sotto ne apprezziamo un’altra forse ancora più sofisticata contro il Werder Brema. In verità non si dovrebbero neanche più chiamare sponde…
Lainer dà e va, Marcus controlla una palla complicata con la coscia sinistra e fa una pausa di ‘ascolto’ (non di impaccio).
All’improvviso, filtrante di tacco in controbalzo. Giocatona alla Leao.
MEMORIE DI UN EX ESTERNO - Avrete notato che finora non ho parlato di ruolo. Infatti non credo che Thuram sia stato preso dall’Inter perché ha giocato in un ruolo speculare a quello che dovrà ricoprire in Italia. Anzi. Ci penserà Inzaghi ad adattarne le caratteristiche al suo amato 3-5-2, come ha fatto con Calhanoglu ad esempio. Certo, nell’ultima stagione, complice la partenza di Embolo e soprattutto l’arrivo in panchina di Daniel Farke, Thuram ha giocato molto più centravanti del solito. Ma il passato da esterno (con Rose e Hutter), o meglio, le sue caratteristiche da esterno atipico (ogni tanto faceva la punta anche con loro a dire il vero…), lo rendono un profilo ibrido, difficilmente incasellabile. O semplicemente un attaccante molto dinamico, che non se ne sta piantato là, in attesa di ricevere palloni schiena a canestro, pardon, alla porta. Anche quando fa il centravanti, Thuram non dimentica di avere colpi e smarcamenti da esterno.
Il suo modo di muoversi per ricevere palla è vario. In questo caso ad esempio si crea uno spazio di ricezione tale da poter puntare palla al piede il centrale che lo marca, dopo il passaggio di Stindl. Mancavano all’Inter giocatori in grado di saltare l’uomo? Sì. Thuram in teoria lo sa fare sia da esterno che da punta.
Tradotto: l’Inter ha acquistato un attaccante potenzialmente in grado di ‘legare svariando’ quasi come Dzeko, ma in più ci ha aggiunto lo strappo, l’uno contro uno improvviso, l’attacco alla profondità, quel defilarsi per sfruttare la gamba, e non solo per assestare il palleggio.
RIPARTIRE CON MARCUS - Infatti con Marcus l’Inter potrà ripartire come se in campo ci fosse Lukaku. Non era forse questa la differenza principale tra l’Inter di Dzeko e quella di Big Rom? Thuram è uno che se vede campo aperto se la butta anche da solo, eh… e dopo stargli dietro è dura. Non sono rare le volte che si auto-lancia, sfruttando sbilanciamenti e svarioni difensivi degli avversari.
Così come non sono rari, nelle transizioni, i movimenti efficaci a dettare il passaggio in profondità.
Ma come non bisogna aspettarsi le sponde perfette di Dzeko da Thuram, non bisogna nemmeno confidare troppo nella sua lucidità davanti al portiere. Se lo dribbla, bene, altrimenti non dà mai quella sensazione di sentenza tipica dei grandi centravanti. Detto questo, e in attesa di vederlo all’opera nel contesto italiano, Marcus sembra avere tutto per essere considerato una vera e propria upgrade del sistema Inter.