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Thohir: 'Cambio il calcio in 3 anni, mi voleva un'altra italiana'
TRE ANNI - "I tre punti fondamentali sono avere un club sano a livello finanziario, competitivo in campo e con una visibilità globale. Tutti devono vederci in tv, per questo a fine luglio andremo in tournée negli Stati Uniti e ho venduto le partite dell'Inter a un'emittente indonesiana che non è mia. Moratti ha ammesso che prima del mio arrivo non era stato esplorato a fondo il mercato estero, poi posso portare i miei contatti in Asia e Usa. Tra due mesi partirà anche una nuova piattaforma digitale. Per triplicare i ricavi e in proporzione anche il monte ingaggi, serviranno almeno due o tre anni".
SALARY CUP - "All'Inter non c'è un tetto di 2,5 milioni a giocatore, ma un limite che riguarda l'intera rosa. Per una società sana serve equilibrio tra costi e ricavi. Il monte ingaggi è una delle voci più pesanti, anche per la tassazione che c'è in Italia. E' sbagliato pensare che, se abbassi gli stipendi, la squadra debba peggiorare per forza. Conta il lavoro di squadra, dallo staff tecnico ai giocatori. Ecco perché ogni decisione deve essere collettiva, non tra me e Fassone o tra me e Mazzarri o Ausilio".
STADIO - "Con un nuovo stadio di proprietà potremmo incassare tra i 20 e i 50 milioni, ma al momento le priorità sono altre. Stiamo lavorando per migliorare San Siro con aree dedicate alle aziende, un ristorante, varie promozioni e uno spettacolo d'intrattenimento che verrà testato già quest'anno nell'ultima gara in casa con la Lazio. In Europa tanti club mi avevano cercato, anche un'altra squadra italiana prima dell'Inter, di cui non posso svelare il nome. Però io sono da sempre tifoso interista e quando si è aperta questa possibilità mi è sembrato un sogno".