Getty Images
Theo Hernandez: 'Scudetto? Non è finita. Voglio essere il migliore, quel rimprovero di Ibra sul peso...'
Il terzino del Milan Theo Hernandez ha concesso un’intervista a Sportweek - supplemento settimanale de La Gazzetta dello Sport - nella quale ha svelato le sue ambizioni personali e di squadra in una stagione che ha rilanciato in maniera importante il club rossonero.
I SUOI OBIETTIVI - “Voglio essere il migliore e devo andare giusto su questa strada e non mi devo accontentare. Sono così. Cosa penso quando punto la porta? Non penso, vado a fare gol. Mi piace molto fare gol. Ne devo fare almeno 8, uno in più dell’anno scorso. Non mi è sempre venuto così facile. Ho cominciato qua, al Milan. Perché Pioli mi dice di andare avanti, di spingere. E dopo anche di tornare indietro. Allora spingo e quando vedo la porta, tiro”.
EFFETTO IBRA - “Ci ha dato coraggio, ci dà tanti consigli e qualche volta ci rimprovera anche ma sempre per motivarci. Quando sono tornato dalle vacanze, mi ha detto: dove vai con 90 chili qua? Ero un po’ ingrassato... Ma mi ha anche detto che sono forte e che devo diventare il migliore, ma che devo lavorare tanto. Noi gli andiamo dietro, e in allenamento diamo tutto, sempre. Tutti insieme. È stato un anno incredibile, stiamo facendo un anno incredibile. E il merito è di tutti”.
I MERITI DI PIOLI - "Se è più simpatico di Zidane? Sì, hai visto le stories? Ci divertiamo. Lui è forte, anche Zidane è simpatico, ma parla meno. Il Real? Forse ero troppo giovane, se non giochi è difficile dimostrare. Pioli mi ha dato subito fiducia. E io mi sono esaltato".
LA CHIAMATA DI MALDINI - "Per convincermi ci ha messo il tempo di un caffè. Mi ha chiamato e mi ha raggiunto a Ibiza, io non ci credevo perchè un mito per me, lo è sempre stato. Ed è importante ogni sua parola. Come Marcelo al Real".
SULLA NAZIONALE - “Deschamps? Sto aspettando, non mi ha ancora chiamato. È un sogno per me giocare con mio fratello con la maglia della Francia. Da due anni, da quando sono qui, sto giocando anche per andare in nazionale. Ho sempre il telefono in mano”.
SULLO SCUDETTO - "C’è l’Inter, ci siamo noi, la Roma, la Juve. Due anni fa c’era solo la Juve. Noi siamo lì e lottiamo sino alla fine. L’Inter è una bella squadra, ma la Juve è più forte. No, non è finita, è tutto aperto ancora. Abbiamo visto altre volte la prima fuggire anche con tanti punti di vantaggio, e poi vincere la seconda. Quest’anno non è facile neanche con le piccole, la classifica conta poco. Una scelta tra scudetto, un posto in Champions o l’Europa League? No, voglio tutto".
I SUOI OBIETTIVI - “Voglio essere il migliore e devo andare giusto su questa strada e non mi devo accontentare. Sono così. Cosa penso quando punto la porta? Non penso, vado a fare gol. Mi piace molto fare gol. Ne devo fare almeno 8, uno in più dell’anno scorso. Non mi è sempre venuto così facile. Ho cominciato qua, al Milan. Perché Pioli mi dice di andare avanti, di spingere. E dopo anche di tornare indietro. Allora spingo e quando vedo la porta, tiro”.
EFFETTO IBRA - “Ci ha dato coraggio, ci dà tanti consigli e qualche volta ci rimprovera anche ma sempre per motivarci. Quando sono tornato dalle vacanze, mi ha detto: dove vai con 90 chili qua? Ero un po’ ingrassato... Ma mi ha anche detto che sono forte e che devo diventare il migliore, ma che devo lavorare tanto. Noi gli andiamo dietro, e in allenamento diamo tutto, sempre. Tutti insieme. È stato un anno incredibile, stiamo facendo un anno incredibile. E il merito è di tutti”.
I MERITI DI PIOLI - "Se è più simpatico di Zidane? Sì, hai visto le stories? Ci divertiamo. Lui è forte, anche Zidane è simpatico, ma parla meno. Il Real? Forse ero troppo giovane, se non giochi è difficile dimostrare. Pioli mi ha dato subito fiducia. E io mi sono esaltato".
LA CHIAMATA DI MALDINI - "Per convincermi ci ha messo il tempo di un caffè. Mi ha chiamato e mi ha raggiunto a Ibiza, io non ci credevo perchè un mito per me, lo è sempre stato. Ed è importante ogni sua parola. Come Marcelo al Real".
SULLA NAZIONALE - “Deschamps? Sto aspettando, non mi ha ancora chiamato. È un sogno per me giocare con mio fratello con la maglia della Francia. Da due anni, da quando sono qui, sto giocando anche per andare in nazionale. Ho sempre il telefono in mano”.
SULLO SCUDETTO - "C’è l’Inter, ci siamo noi, la Roma, la Juve. Due anni fa c’era solo la Juve. Noi siamo lì e lottiamo sino alla fine. L’Inter è una bella squadra, ma la Juve è più forte. No, non è finita, è tutto aperto ancora. Abbiamo visto altre volte la prima fuggire anche con tanti punti di vantaggio, e poi vincere la seconda. Quest’anno non è facile neanche con le piccole, la classifica conta poco. Una scelta tra scudetto, un posto in Champions o l’Europa League? No, voglio tutto".