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    Tevez: 'La Juve è quello che volevo'

    Tevez: 'La Juve è quello che volevo'

    La trattativa di ieri sera si è chiusa con la chiamata a Carlitos Tevez, convocato da Beppe Marotta per le visite mediche. L’Apache era in Argentina e Kia Joorabchian ha subito messo in piedi la macchina organizzativa per fare in modo che il giocatore sia a Torino già da oggi. Difficile, tuttavia, che già in giornata sia in grado di essere messo a disposizione di Fabrizio Tencone, coordinatore del settore medico bianconero. Di sicuro Tevez completerà l’iter di juventinizzazione entro la fine della settimana, quando potrebbe anche essere organizzata una presentazione (nulla per il momento è stato tuttavia pianificato). E a quel punto si dovrà prendere la prima “grande” decisione: quale numero assegnargli? Al Manchster City, Carlitos aveva il 32 che, ironia della sorte, nella Juventus appartiene ad Alessandro Matri, proprio il giocatore che potrebbe andare al Milan e fare spazio all’argentino. Ma è chiaro che il pesantissimo “10” bianconero potrebbe finalmente trovare spalle sufficientemente robuste per essere riportato sui campi della Serie A e della Champions League.


    OPZIONE Deciderà lui stesso nei prossimi giorni, quando arriverà a Torino e firmerà il contratto: tre anni a 5,5 milioni di euro più bonus di quasi un milione legati ai vari risultati (sia quelli personali come presenze e gol, sia quelli di squadra come la vittoria dello scudetto o il raggiungimento della qualificazione alla Champions League). C’è anche un’opzione per il quarto anno nell’accordo approvato ieri dal suo agente, ma di quella ci sarà tempo per parlare. Intanto, Tevez inizierà a cercare una casa e conoscere il nuovo ambiente. Per i compagni e l’allenatore dovrà aspettare il 12 di luglio, data in cui inizierà il ritiro di Chatillon, dove si presenterà insieme a Fernando Llorente, l’altro grande attaccante con il quale potrebbe formare la formidabile coppia della prossima stagione. Con Conte, in ogni caso, aveva già avuto dei contatti, nei quali l’allenatore gli aveva parlato del progetto tattico bianconero. E proprio Conte ieri è tornato a Torino dal viaggio di nozze in Polinesia e nel pomeriggio ha fatto un salto in sede, per discutere alcuni dettagli del ritiro e anche per gli ultimi aggiornamenti da Londra. La notizia dell’accordo l’ha poi ricevuta in serata via cellulare. Un’eccellente notizia per lui che aveva messo Tevez in testa ai suoi desideri.

    PROFETA Così come Tevez aveva messo la Juventus in cima alle sue preferenze. L’aveva detto nei giorni scorsi, durante una rimpatriata con le sue vecchie conoscenze di Fuerte Apache, il malfamato quartiere di Baires dove è nato e cresciuto. «Andrò a giocare nella Juventus», aveva confidato agli amici di sempre. «Ed è esattamente quello che voglio», aveva sottolineato. Ha trovato, l’argentino, piena sintonia con la voglia di vincere, in Italia e soprattutto in Europa, del club bianconero. Tevez viene da stagioni travagliate e da un divorzio tutt’altro che sereno con il Manchester City, brucia dalla voglia di rivincita. Facile immaginare come Conte soffierà sul quel fuoco, anche se sono tutti in attesa di capire quante scintille provocherà l’attrito fra le spigolature dei due caratteri.

    SOLDATINO? Perché, è cosa nota, Tevez non è esattamente un agnellino o un disciplinato soldatino come direbbe Cassano. Si dice, nella concezione popolare del personaggio, che l’Apache sia al tempo stesso un tipo buono e malvagio. Carlitos Tevez, che vive questa “condizione” dalla nascita (il barrio Ejército de los Andes dove venne alla nascita era chiamato Fuerte Apache), alla fine dei conti racchiude in sé entrambe le qualità: lui è buono nel segnare (74 gol in 148 partite ufficiali nell’arco di quattro stagioni al Manchester City) e far segnare, ma sa pure essere malvagio, con le difese avversarie che fanno costantemente la figura del malcapitato di turno, e con se stesso, per via delle bizze di un carattere evidentemente da affinare. Ci riuscirà Conte? Molti sono pronti a scommettere di sì, anche se qualcuno che già cerca la quota della prima scazzottata fra i due. La certezza è che l’ambiente di Vinovo e la solidità del gruppo bianconero sembrano essere il terreno perfetto per coltivare un nuovo Tevez, al servizio della squadra e senza follie.

     

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