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Terzino destro e Bonucci, ecco i punti deboli della Juve in vista del Milan
Venerdì sera Juventus e Milan si incontreranno per la quarta volta nel giro di una stagione. Su tre partite disputate, i rossoneri hanno vinto le prime due, l’andata di campionato (22/10/16) e la Supercoppa (23/12/16), mentre l’ultima, gara valida per l’accesso alla semifinale di Coppa Italia, se l’è portata a casa la Juventus (25/01/17). Da una parte Montella, e il suo credo nel 4-3-3; dall’altra Allegri, che in questi scontri diretti ha cambiato modulo per ben tre volte. Dal 3-5-2 dell’andata di campionato, i bianconeri sono passati al 4-3-1-2 a Doha, per poi assestarsi sull’ormai celebre 4-2-3-1, con cui hanno avuto la meglio sul Milan in Coppa Italia. Quando tutti davamo già per scontato l’impiego del sistema pentastellato nel big match di domani sera, domenica è arrivata la squalifica di Cuadrado a rimescolare le certezze di Allegri, il quale ora potrebbe passarci sopra e insistere sullo stesso modulo, o tornare indietro, o addirittura adoperare un 4-3-3, cambiando un’altra volta. In questo ultimo caso sarebbe il quarto modulo in quattro partite: una testimonianza estrema della versatilità dell’allenatore bianconero.
Naturalmente la scelta del modulo dipenderà dall’interprete che dovrà sostituire Cuadrado. Si parla di Pjaca o Dani Alves, nel caso Allegri volesse confermare il 4-2-3-1. Il primo è più offensivo, il secondo fungerebbe da doppio terzino, davanti a Lichtsteiner. Questa del brasiliano è la soluzione che si aspetta maggiormente Montella, il quale, nell’intervista alla Gazzetta di oggi, afferma: “Se si considera che non gli restano molte alternative, a parte Pjaca, il nuovo sistema può sembrare una forzatura. Senza Cuadrado potrei aspettarmi una punta in meno e un doppio terzino da un lato”. Sicuramente l’Aeroplanino, con il termine “forzatura”, sta provando a calarsi nella mente accorta e spesso conservatrice di Allegri, giustamente fissato coi raddoppi sulle fasce. Altra opzione, l’impiego di Marchisio in un centrocampo a 3. Infatti il 4-2-3-1 ha come controindicazione il ruolo del numero 8 bianconero. Difficile pensare che il nazionale italiano possa giocare al posto di Pjanic o Khedira, visto il loro rendimento nel 2017. Piuttosto, Allegri cambierebbe modulo passando appunto a un 4-3-3 o un 4-3-1-2, col pericolo però di una regressione. Dybala esterno in un tridente tornerebbe più di Pjaca? Sarebbe in grado di garantire i raddoppi che chiede Allegri? E il 4-3-1-2 visto a Doha, invece? Il modulo adoperato dal 22 gennaio resta ancora il favorito. Non ha dato soltanto più brio all’attacco, ha rafforzato anche la fase difensiva.
Da quel 2-0 contro la Lazio, infatti, la Juventus ha subito solo 4 gol: 2 in campionato (Palermo e Udinese) e 2 in Coppa Italia (Milan e Napoli). Vediamo quando è andata in difficoltà. Domenica, contro i friulani, il gol dell’1-0 è nato da una ripartenza. Sul lato destro del campo, Bonucci, abbastanza isolato, non ha retto la velocità e la potenza di Zapata.
Questo duello richiama alla mente, mutatis mutandis, la scorribanda di Deulofeu alla sua prima apparizione italiana. Coppa Italia, 25 gennaio: Bertolacci lancia lo spagnolo, che brucia in partenza Bonucci e in seguito Rugani. Il difensore della Nazionale ha questo piccolo difetto: soffre gli attacchi in profondità, la velocità degli avversari. Se le scalate dell’altro centrale non arrivano in tempo, sono guai.
Purtroppo per il Milan, il secondo gol preso in campionato dalla Juve in queste ultime otto giornate, non è commentabile né tanto meno significativo. Contro il Palermo, sul 4-0, nei minuti di recupero, con una squadra ormai distratta e zeppa di seconde linee.
Più interessanti sono invece le 2 reti subite dalla Juventus in Coppa Italia, rispettivamente ai quarti e in semifinale. Qui sotto ho selezionato l’inizio dell’azione che porta al gol di Callejon; anche se la conclusione arriva dal lato destro, i problemi nascono ancora a sinistra. Insigne va incontro a Koulibaly per chiedere una triangolazione di prima a Milik. Barzagli abbocca e il Napoli spezza la BB della BBC. Ma questo, appunto, non era un 4-2-3-1.
Torniamo al 25 gennaio, al quarto di finale contro il Milan. Guardate appena prima della rete di Bacca, quale distanza tra Barzagli e Bonucci! Kucka si è inserito, Bertolacci raccoglie la seconda palla, Bacca si infila nello spazio lasciato sguarnito dal terzino destro. Questo sì, è il 4-2-3-1 pentastellato.
Da questa inquadratura qui sotto si apprezza meglio il ritardo di Barzagli, conseguente alla posizione larga immortalata sopra. Bacca al volo trasformerà in rete la palla sporcata da Khedira.
Per completare il quadro, risaliamo al gol subito dalla Juventus in Supercoppa. Allora i bianconeri, schierati con un 4-3-1-2, provavano a raddoppiare sugli esterni alti mediante terzino e mezzala. Non sempre però con la giusta intensità (vedi Evra) o con il giusto tempismo (vedi Sturaro). Suso qui può metterla in tutta tranquillità.
Infine il gol dell’andata di campionato, quando il Milan beffò il 3-5-2- di Allegri in questo modo. Pjanic accorcia in pressione in una zona dove avrebbe fatto meglio a temporeggiare per coprire e assicurare l’area. Ma forse si aspettava che Hernanes lo seguisse, invece di abbassarsi al centro dell’area. Così il bosniaco venne tagliato fuori.
Naturalmente la scelta del modulo dipenderà dall’interprete che dovrà sostituire Cuadrado. Si parla di Pjaca o Dani Alves, nel caso Allegri volesse confermare il 4-2-3-1. Il primo è più offensivo, il secondo fungerebbe da doppio terzino, davanti a Lichtsteiner. Questa del brasiliano è la soluzione che si aspetta maggiormente Montella, il quale, nell’intervista alla Gazzetta di oggi, afferma: “Se si considera che non gli restano molte alternative, a parte Pjaca, il nuovo sistema può sembrare una forzatura. Senza Cuadrado potrei aspettarmi una punta in meno e un doppio terzino da un lato”. Sicuramente l’Aeroplanino, con il termine “forzatura”, sta provando a calarsi nella mente accorta e spesso conservatrice di Allegri, giustamente fissato coi raddoppi sulle fasce. Altra opzione, l’impiego di Marchisio in un centrocampo a 3. Infatti il 4-2-3-1 ha come controindicazione il ruolo del numero 8 bianconero. Difficile pensare che il nazionale italiano possa giocare al posto di Pjanic o Khedira, visto il loro rendimento nel 2017. Piuttosto, Allegri cambierebbe modulo passando appunto a un 4-3-3 o un 4-3-1-2, col pericolo però di una regressione. Dybala esterno in un tridente tornerebbe più di Pjaca? Sarebbe in grado di garantire i raddoppi che chiede Allegri? E il 4-3-1-2 visto a Doha, invece? Il modulo adoperato dal 22 gennaio resta ancora il favorito. Non ha dato soltanto più brio all’attacco, ha rafforzato anche la fase difensiva.
Da quel 2-0 contro la Lazio, infatti, la Juventus ha subito solo 4 gol: 2 in campionato (Palermo e Udinese) e 2 in Coppa Italia (Milan e Napoli). Vediamo quando è andata in difficoltà. Domenica, contro i friulani, il gol dell’1-0 è nato da una ripartenza. Sul lato destro del campo, Bonucci, abbastanza isolato, non ha retto la velocità e la potenza di Zapata.
Questo duello richiama alla mente, mutatis mutandis, la scorribanda di Deulofeu alla sua prima apparizione italiana. Coppa Italia, 25 gennaio: Bertolacci lancia lo spagnolo, che brucia in partenza Bonucci e in seguito Rugani. Il difensore della Nazionale ha questo piccolo difetto: soffre gli attacchi in profondità, la velocità degli avversari. Se le scalate dell’altro centrale non arrivano in tempo, sono guai.
Purtroppo per il Milan, il secondo gol preso in campionato dalla Juve in queste ultime otto giornate, non è commentabile né tanto meno significativo. Contro il Palermo, sul 4-0, nei minuti di recupero, con una squadra ormai distratta e zeppa di seconde linee.
Più interessanti sono invece le 2 reti subite dalla Juventus in Coppa Italia, rispettivamente ai quarti e in semifinale. Qui sotto ho selezionato l’inizio dell’azione che porta al gol di Callejon; anche se la conclusione arriva dal lato destro, i problemi nascono ancora a sinistra. Insigne va incontro a Koulibaly per chiedere una triangolazione di prima a Milik. Barzagli abbocca e il Napoli spezza la BB della BBC. Ma questo, appunto, non era un 4-2-3-1.
Torniamo al 25 gennaio, al quarto di finale contro il Milan. Guardate appena prima della rete di Bacca, quale distanza tra Barzagli e Bonucci! Kucka si è inserito, Bertolacci raccoglie la seconda palla, Bacca si infila nello spazio lasciato sguarnito dal terzino destro. Questo sì, è il 4-2-3-1 pentastellato.
Da questa inquadratura qui sotto si apprezza meglio il ritardo di Barzagli, conseguente alla posizione larga immortalata sopra. Bacca al volo trasformerà in rete la palla sporcata da Khedira.
Per completare il quadro, risaliamo al gol subito dalla Juventus in Supercoppa. Allora i bianconeri, schierati con un 4-3-1-2, provavano a raddoppiare sugli esterni alti mediante terzino e mezzala. Non sempre però con la giusta intensità (vedi Evra) o con il giusto tempismo (vedi Sturaro). Suso qui può metterla in tutta tranquillità.
Infine il gol dell’andata di campionato, quando il Milan beffò il 3-5-2- di Allegri in questo modo. Pjanic accorcia in pressione in una zona dove avrebbe fatto meglio a temporeggiare per coprire e assicurare l’area. Ma forse si aspettava che Hernanes lo seguisse, invece di abbassarsi al centro dell’area. Così il bosniaco venne tagliato fuori.