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    Terremoto nel comando dei Carabinieri di Latina: tra gli 11 indagati anche esponenti dell'Arma

    Terremoto nel comando dei Carabinieri di Latina: tra gli 11 indagati anche esponenti dell'Arma

    • Fabrizio Castellucci
      Fabrizio Castellucci
    Stando alle parole del pentito Maurizio Zuppardo, per undici anni si sarebbe consumato un sistema illegale con protagonisti i Carabinieri del comando di Latina, ufficiali compresi. 
    Il sistema, stando alla denuncia di Zuppardo, si baserebbe sul falsare i verbali di sequestro di sostanze stupefacenti per darle poi ad un collaboratore per aumentare gli arresti riguardanti il giro delle droghe. Nel corso degli anni, oltre agli arresti il pensiero è diventato “facciamo più sequestri, così esce qualche soldo”. 

    Successivamente alla testimonianza del pentito, il procuratore di Latina, Giuseppe De Falco, con la sostituta Valentina Giammaria, hanno aperto un’indagine su undici indagati, formulando 35 capi di accusa, tra cui spaccio, corruzione, furto e peculato. 
    Nel frattempo, le indagini continuano, portate avanti anche grazie al Nucleo investigativo della Capitale, lo stesso che indagò sui colleghi nel caso Stefano Cucchi. Stando alle prime indagini, la testimonianza di Zuppardo ha dei riscontri con tre inchieste legate al clan rom Di Silvio, presente nel territorio laziale. 

    Tra i nomi finiti sul tavolo degli inquirenti risaltano il vicebrigadiere Camillo Marino e l’attuale comandante della compagnia di Sassuolo, Camillo Meo, per i quali è stato richiesto l’arresto, negato dal gip che ritiene inattendibile Zuppardo, ma sulla questione si attende che si pronunci il Tribunale del Riesame di Roma. Nelle indagini risulterebbe coinvolto anche il capitano della caserma di Ardea, Antonio Calabresi. Sul tavolo degli inquirenti sono finite anche delle intercettazioni riguardanti molti degli indagati, ma si cerca di fare chiarezza principalmente nei dialoghi tra Meo ed il procuratore De Falco, ma soprattutto tra Calabresi e un maresciallo che, parlando al suo superiore disse “Comandà voi parlate dell’arresto, l’arresto è legittimo… quello che c’è dietro, è chill lu problem”.  Le indagini proseguono tutt’ora e nel frattempo agli indagati è stato tolto ogni incarico operativo. 

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