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Telles: 'All'Inter c'è molta pressione. Vi spiego perché Mancini cambia spesso'
Qual è il bilancio del tuo anno trascorso all’Inter?
"Ho iniziato molto bene, ho giocato praticamente ogni partita nella prima parte di stagione, poi ho giocato un po’meno. Fa parte del lavoro di Mancini che cambia squadra spesso per avere un gruppo di lavoro più forte. Nei primi sei mesi sono stato meglio, anche a livello di rendimento, poi sono calato un poco. Il mio anno all’Inter è stato comunque molto produttivo, sono felice di aver preso parte a questa stagione".
Il prestito all’Inter è scaduto al termine della stagione. Cosa pensi del futuro?
"Vedrò quello che accadrà. Ora non voglio pensarci, voglio riposarmi, godermi la famiglia per poi riprendere più forte di prima. Ci sono persone che si occupano di questo, come il mio agente. Penso possano succedere belle cose. Sono molto severo con me stesso e quindi mi alleno ogni giorno di più per guadagnarmi il mio spazio all’Inter o al Galatasaray. Decideremo. Ho ancora molto da dare, sono giovane, e posso ancora imparare tanto".
Prima in Turchia, poi Milano. Come è stato il tuo ambientamento? "La Turchia è un paese che ama il calcio, che valorizza i suoi atleti, i tifosi ti accolgono molto bene, per me è stato molto positivo uscire da quella realtà, dopo aver vinto tanto. Per me è stato molto importante, ho appreso molto come persona e come giocatore. Ho imparato una nuova cultura. Mi sono sentito molto valorizzato lì, posso solo ringraziare".
I brasiliani all’Inter ti hanno aiutato?
"Sono ragazzi troppo buoni. Mi ha aiutato Felipe Melo, sono molto grato per quello che ha fatto, anche al Galatasaray. Io ero molto giovane, per la prima volta andavo fuori dal Brasile, mi ha aiutato molto e poi siamo andati all’Inter insieme. Lì c’erano Miranda, Dodo, Juan, Eder. C’è un gruppo molto bello, andiamo molto d’accordo, ci aiutiamo gli uni con gli altri, sono giganti del calcio".
All’Inter hai vissuto un momento di transizione e ricostruzione con la squadra. Com’è stato?
"Parlando di ricostruzione, quando fai parte di un club che sta ricostruendo, che piaccia o no, ci si sente sicuramente valorizzati, ma si ha anche la responsabilità di far parte di un gruppo di calciatori che possono cambiare la storia del club. È compito del club cambiare. Quanto alla pressione, è in funzione della grandezza del club. Il calcio è così. L’Inter è sempre stata abituata a vincere molto. Questa è una motivazione, ma la pressione è grande".
Il tuo modo di giocare è cambiato molto da quando hai lasciato il Gremio…
"La mia caratteristica è l’attacco, mi sono sempre distinto per questo. In Europa ho dovuto mantenere una concentrazione più alta. Giocare sulla fascia è molto impegnativo. Ora ho imparato difendere di più e sono migliorato molto, ma posso migliorare ulteriormente senza perdere la fase offensiva".
Vorresti giocare nella nazionale brasiliana?
"Guardo sempre avanti, tutto può cambiare velocemente, in meglio come in peggio. Ovviamente tengo in considerazione la Nazionale e lavorando come ho sempre lavorato posso arrivare a quel livello. Dipende solo da me, posso allenarmi di più e fare ancora di più. E giocando in un grande club come il Galatasaray o l’Inter ci si sente contenti e si lavora sempre meglio per continuare a giocare in grandi club. Oggi, nel 2016, ho già giocato in campionati importanti. Posso solo ringraziare per quello che ho ottenuto nella mia vita. Sono molto felice. Ovviamente mi piacerebbe giocare la Champions con grandi squadre".