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Tavecchio a CM: 'Ventura era la quarta scelta, avevo quasi preso Capello. Poi fece giocare Gabbiadini e non Insigne...'
INCIDERE SULLA FORMAZIONE - "Un presidente non può intervenire sulla Federazione, c'è uno staff che all'epoca contava Uva, Ulivieri, Oriali... Tutta gente preparata. Il presidente prende atto dello staff di cui ha fiducia. Io avevo espresso perplessità dopo il primo tempo di Milano, con i cross che erano tutti preda dei difensori svedesi più grandi. Di solito i presidenti non incidono sulla formazione ma sull'allenatore, quando è in embrione la cosa".
PENTITO DI VENTURA - "Era la quarta scelta, avevo quasi preso Capello ma abbiamo perso la prima occasione poi siamo andati su Donadoni e anche lì era chiusa l'operazione, solo che lui aveva fatto un contratto con il dottor Saputo e la Federazione non può pagare penali. Poi avevamo aperto il discorso con Ventura e Lippi, avevamo chiuso l'operazione con stretta di mano, poi i giornali sollevarono l'incompatibilità per il figlio di Lippi procuratore e, una volta verificata, non si poteva fare. Rimaneva De Biasi, ma tra lui e Ventura uno vale l'altro".
PERCHE' GABBIADINI E NON INSIGNE - "Ero andato alla Pinetina e chiesi spiegazioni sull'esclusione di Insigne, mi dissero che doveva giocare Gabbiadini. Mi dissero 'La stupirà' e siamo rimasti stupiti... Il presidente Federale è importante, ma in questi momenti contano i giocatori".
DIMISSIONI - "Chiamai i collaboratori del Club Italia e chiesi di rimettersi, rimaneva solo Ventura che non avrei ripescato in Consiglio Federale a differenza degli altri. Quando la mattina dopo mi dissero che non si dimettevano i ritenni onesto dal punto di vista etico, per un Paese che viene mutilato della sua vocazione senza che nessuno ne renda conto, di presentare le dimissioni. Quando le ho presentate la Federazione aveva una grossa liquidità, aveva fatto il VAR con Blatter, aveva fatto quattro squadre in Champions League mentre prima erano due, e aveva fatto quattro partite all'Olimpico. Il sottoscritto è quello che ha favorito l'ascesa di Ceferin, rimasto una colonna portante per l'Italia e un amico vero, sa che l'Italia è quella che l'ha aiutato".
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LA PARTITA - "Questa sera la vedrò a casa con mio cognato e mio fratello, siamo tutti grandi tifosi dell'Italia e ho appena mandato gli auguri alla Nazionale come sempre, al presidente federale Gravina. E' un'etica sportiva".
SENTE SUO IL TRIONFO AGLI EUROPEI - "Le quattro partite dell'Italia a Roma non erano scontate. Non devo incensarmi, dico solo i fatti e i più clamorosi sono: quando Blatter mi chiamò per il VAR e mi disse "l'Italia è il posto a cui dobbiamo puntare per comunicare il VAR". E ci diede un congruo contributo per partire con il VAR. Con Ceferin trattai la questione Champions, voi sapete che ci fu quella, chiamiamola gentilmente, defiance di Platini che dovette dimettersi. La Francia aveva quattro posti e l'Italia due, dopo quella ce ne diedero quattro. Poi trattammo e ci diedero quattro partite degli Europei. Ringraziai Ceferin per tutto quello che ha fatto e che farà per l'Italia, è un amico del nostro Paese. E ora c'è anche Uva all'Uefa".
OTTIMISTA - "Io sono ottimista per stasera, ci sono giovani che scalpitano. Ho visto le decisioni che ha preso Mancini che condivido. Pronostico secco? Basta 1-0, ma se facciamo 3-0 è anche meglio".