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Tassotti: 'Gattuso terrà Conte lontano. Nel Milan c'erano troppi interisti'
Il Milan ai milanisti e fra i tanti ex-rossoneri che hanno fatto grande il club fra campo e panchina c'è anche Mauro Tassotti, storica bandiera, ma soprattutto vice di tanti degli ultimi allenatori che si sono seduti sulla panchina del Milan. Leonardo, ma soprattutto Carlo Ancelotti che ritroverà i rossoneri da avversari sabato al San Paolo. Parlando alla Gazzetta dello Sport Tassotti si è detto però fiducioso anche in ottica futura.
Dopodomani per lei sarà una spremuta di ricordi e di trionfi, ma con vista sul futuro...
"Perché il Milan è tornato a essere una società normale".
In che senso?
"Nel senso che è tornato ad avere facce riconoscibili, a essere un club con capacità economiche importanti, che si è affidato a figure importanti. Ecco perché dico che questa sorta di rimpatriata rossonera mi piace tantissimo. Sarò sincero: ora il Milan lo seguo con più affetto rispetto a prima".
Merito di Leonardo, Maldini e Gattuso, quindi.
"Leo e Paolo hanno l’intelligenza per essere una coppia di successo e in più hanno l’aura dei campioni. Sono felicissimo per loro. Parliamo di persone rispettate ovunque, non solo dal mondo milanista. Basta pensare a cosa è successo a Madrid. Per quanto riguarda Gattuso, non ci si poteva dimenticare di ciò che ha fatto lo scorso campionato, era giusto dargli l’opportunità di cominciare dall’inizio della stagione. E’ riuscito a dare un’identità precisa, il Milan è sempre stato squadra anche nelle giornate di difficoltà".
Ma è facile supporre che dovrà continuare a vedersela col fantasma di Conte...
"Ha le palle per resistere e tener duro".
Lei dice che Leonardo e Maldini saranno una coppia di successo. Per Paolo, però, si tratta di un lavoro nuovo.
"Sì, ma grazie alla sua esperienza ha una competenza globale sul calcio. Poi, è ovvio, se c’è da condurre una trattativa di mercato importante, lui sarà il primo a sapere che deve ancora imparare la materia. Era un delitto che Paolo non fosse coinvolto col Milan. Trovo assurdo che non sia rientrato prima, ma evidentemente non era convinto del progetto precedente. E come dargli torto: c’era un presidente che ci metteva la faccia pochissimo, su cui gravavano dubbi di natura finanziaria. E poi, posso dirlo? C’era troppa gente che arrivava dall’Inter... Qualcosa di esagerato. Ora invece il club ha fatto una bella svolta e finalmente c’è chiarezza".
Torniamo a Paolo: se le diciamo Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini che ci risponde?
"Intanto aggiungo anche Filippo Galli. Dico che abbiamo segnato quell’epoca perché oltre alle capacità individuali avevamo un’intesa che ci aiutava a nascondere i difetti. Il segreto era che riuscivamo a leggere le situazioni di gioco tutti nello stesso modo".
In panchina lei è stato anche il secondo di Leonardo.
"Sa fare un sacco di cose, è uomo di mondo e di comunicazione. Da allenatore era alla prima esperienza, il suo credo sia stato più che altro un tentativo, non so se volesse davvero fare quello. Infatti ogni tanto lo esternava. Lui amava di più l’aspetto gestionale dei giocatori, la preparazione mentale rispetto alla tattica, che infatti preferiva delegare ai collaboratori. In realtà penso che non avesse le idee chiare su cosa fare fino a pochi mesi fa (ride, ndr)".
Ma soprattutto Mauro Tassotti è stato il vice di Ancelotti...
"Finalmente è tornato in Italia. E’ molto bello ritrovarlo nel nostro campionato, anche lui ha contribuito ad alzarne il livello. Ha fatto un bel giro, non si è fatto mancare nulla ed è stimolante anche la destinazione: vederlo a Napoli è qualcosa di particolare e sorprendente. Grazie al suo passato e alle sue doti umane ha messo d’accordo tutti. Non credo che a Napoli si sentano orfani di Sarri, sebbene Maurizio abbia fatto grandi cose".
Ma sul lavoro com’è?
"Con Carlo è facile lavorare perché è molto pacato. Non l’ho mai visto andare in escandescenza e il motivo è tanto semplice quanto importante: lui sa molto bene che per poter aiutare la squadra occorre restare lucidi e freddi. Ha una competenza enorme che gli deriva dal lavoro con Liedholm e Sacchi. E’ un allenatore molto pratico e intelligente, sta mettendo mano al Napoli senza stravolgerlo. Deve solo farlo diventare un po’ meno riconoscibile e ripetitivo in alcune fasi di gioco".
Il Milan invece dove può arrivare?
"Finalmente lo vedo nel gruppetto di testa, fra quelle cinque squadre con Juve, Napoli, Roma e Inter che si giocheranno la Champions. Ma occorrerà non sbagliare la partenza, come è successo l’anno scorso".
Ovviamente, anche se c’è Ancelotti, sabato tiferà Milan.
"Ovviamente. Però vi dico una cosa: a parte le due sfide col Milan, tiferò anche per Carlo e per il suo Napoli. E’ una squadra bella da vedere, si fanno guardare con piacere. Quindi in bocca al lupo a tutti, senza escludere nessuno".
Che cosa si diranno secondo lei Ancelotti e Gattuso quando si vedranno in campo?
"Dubito che Carlo si aspettasse di ritrovarsi Rino avversario così velocemente. Secondo me scapperà da ridere a tutti e due".