AFP via Getty Images
Tare: 'Il governo non può bloccare il campionato, la Uefa è stata chiara. La Lazio non preme per lo scudetto'
Il direttore sportivo della Lazio Igli Tare ha parlato a Sky Sport: "Ho sentito che in settimana può uscire un'ordinanza per bloccare il campionato, ma questo non è nelle loro competenze. Fifa e Uefa si sono espresse chiaramente e hanno detto che i campionati si devono finire. Possiamo anche riprendere a giugno e finire tra agosto e settembre, sfruttando che il Mondiale 2022 sarà in inverno. Finire il campionato in corso servirà anche come esperienza per ripartire con quello successivo. Sicuramente prima della ripresa dovremo fare i test sierologici. Prima era uscita un'ordinanza per riprendere l'attività il 6, ora si potrà fare già da domani. Si è trasmessa male l'idea che la Lazio stia premendo per lo scudetto: abbiamo tutto guadagnato sul campo, il percorso è ancora lungo e teoricamente non possiamo garantire la presenza in Europa League. Per noi si deve dare un segnale forte al sistema calcistico italiano.
Sul comportamento della Lazio: "Siamo la prima società in assoluto che si è fermata a seguito della pandemia. Siamo stati tra i primi a rispettare tutte le ordinanze del governo, nessuno ha lasciato Roma, abbiamo rispettato tutto. Mi risulta che altre squadre hanno giocatori fuori dal paese, ma non spetta a me giudicare. A livello di comunicazione siamo stati un po' aggressivi, ma perché abbiamo visto i danni che subirà il calcio - che è la terza industria del paese. Parlare di scudetto, con ancora 12 giornate e 36 punti a disposizione, mi sembra una cosa grossa. Me lo auguro, ma non penso che alla ripartenza saremo gli stessi. I giocatori dobbiamo tenerli fermi, sono tre settimane che io e Inzaghi dobbiamo rispondere alle loro domande su quando si inizia. Ieri, quando è uscita l'ordinanza, è stato un festeggiamento di tutti, perché si può incominciare".
Sul comportamento della Lazio: "Siamo la prima società in assoluto che si è fermata a seguito della pandemia. Siamo stati tra i primi a rispettare tutte le ordinanze del governo, nessuno ha lasciato Roma, abbiamo rispettato tutto. Mi risulta che altre squadre hanno giocatori fuori dal paese, ma non spetta a me giudicare. A livello di comunicazione siamo stati un po' aggressivi, ma perché abbiamo visto i danni che subirà il calcio - che è la terza industria del paese. Parlare di scudetto, con ancora 12 giornate e 36 punti a disposizione, mi sembra una cosa grossa. Me lo auguro, ma non penso che alla ripartenza saremo gli stessi. I giocatori dobbiamo tenerli fermi, sono tre settimane che io e Inzaghi dobbiamo rispondere alle loro domande su quando si inizia. Ieri, quando è uscita l'ordinanza, è stato un festeggiamento di tutti, perché si può incominciare".