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  • Tanto Fu-Mo, poco arrosto: al Milan manca ancora l'attaccante, si rischia un Fassone-Mirabelli bis

    Tanto Fu-Mo, poco arrosto: al Milan manca ancora l'attaccante, si rischia un Fassone-Mirabelli bis

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Domani il Milan partirà per la trasferta negli Stati Uniti senza Origi, Rebic e Ballo-Tourè per scelta tecnica di Pioli, ma anche senza un nuovo centravanti di ruolo per l’incapacità della coppia Furlani-Moncada di trovare una valida alternativa a Giroud. Ben vengano, infatti, Loftus- Cheek, Pulisic, Romero e Reijnders per rinforzare soprattutto a livello muscolare il centrocampo privo di Tonali e fino a gennaio di Bennacer, e ben verrà forse il jolly in arrivo dalla Spagna, Musah, ma un vero attaccante centrale, capace di garantire gli stessi gol di Giroud, consentendogli di non fare gli straordinari tra campionato e Champions, manca ancora nel nuovo organico a disposizione di Pioli.

    E siccome questa doveva essere la priorità, il rischio è di essere tornati ai tempi della coppia Fassone-Mirabelli capaci di regalare un acquisto dopo l’altro, ma senza rinforzare la squadra perché quantità non fa automaticamente rima con qualità. L’impressione è quella di avere assistito fin qui a una festa in cui si servono tanti aperitivi, con antipasti dolci e salati, ma sempre in attesa di un piatto forte, primo o secondo che sia, meglio se con dolce finale. L’appetito così può anche essere appagato inizialmente, ma alla distanza manca qualcosa da ricordare, come i gol che decidono le partite appunto. Si può anche avere anche il miglior centrocampo del mondo, infatti, ma senza l’esperienza e la concretezza di un grande attaccante non si vincono le partite e i campionati. Ricordare, per credere, in questi caldi giorni di luglio, la lezione che diede l’Italia di Bearzot al grande Brasile del 1982 in cui davano spettacolo Zico, Socrates e Falcao, davanti ai quali però c’era il modesto centravanti Serginho, non a caso tutti puniti dalla tripletta dello specialista Pablito Rossi.

    E’ vero che il Milan un anno fa ha vinto lo scudetto grazie agli undici gol Giroud, ma allora Ibrahimovic diede un buon contributo segnandone soltanto tre di meno. Senza lo svedese, nell’ultimo campionato Giroud è riuscito a fare ancora meglio raggiungendo quota tredici in trentatré partite, ma nessuno può battere il tempo e il prossimo 30 settembre il francese compirà 37 anni che non sono pochi, malgrado il suo fisico e la sua grande professionalità. Per questo, ricordando che il Napoli, oltre al capocannoniere Osimhen, ha Raspadori e Simeone, mentre l’Inter non si accontenta di Lautaro e Thuram e cerca il sostituto di Lukaku, non si capisce perché il Milan abbia aspettato così tanto per migliorare l’attacco. E’ vero che il mercato chiude l’1 settembre ed è vero che il primo Ibrahimovic arrivò al Milan quando il campionato era già incominciato, ma soprattutto è vero che le squadre si costruiscono adesso e in questo senso la trasferta americana sarà già un bel banco di prova per gli ultimi arrivati. E siccome Danjuma sicuramente non partirà per gli Usa, ammesso che prima o poi arrivi a Milanello e non sparisca dai radar rossoneri come i vari Morata, Openda, Arnautovic, per adesso esiste soltanto una certezza: Pioli lavora senza un nuovo centravanti di ruolo, più che di scorta, di cui ha tanto bisogno il nuovo Milan. Tanto Fu-Mo, insomma, offerto dalla attivissima coppia Furlani-Moncada, ma poco arrosto.

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