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Fanna montata, Zidane testatore di Materazzi, Vieira super-dotato e Porcello
CAMPIO-NATI il 23 GIUGNO
Per i compleanni di oggi cominciamo con gli auguri in francese, visto che abbiamo un trio delle meraviglie transalpino. Joyeux anniversaire, quindi a
ZINEDINE ZIDANE, 1972, detto Zizou, allenatore del Real Madrid, ex centrocampista di Cannes, Bordeaux, Juventus, Real Madrid. Con la Nazionale, Campione del mondo nel 1998 ed europeo nel 2000. Pallone d'oro nel 1998. Il 28 maggio è diventato il primo tecnico francese a vincere la Champions. Nel 2001, passando dalla Juve al Real per 150 miliardi di lire, diventa il giocatore più costoso fino a quel momento. Si è cimentato anche come "testatore di Materazzi". E' apparso come attore in Asterix alle Olimpiadi.
PATRICK VIEIRA, 1976, allenatore francese, ma nato in Senegal, da novembre allenatore del New York City FC, dove ha in rosa Pirlo e Lampard, ex centrocampista di Milan, Arsenal, Juventus, Inter, Manchester City. Anche lui Campione del mondo nel 1998 ed europeo nel 2000. Il Milan con lui prese una delle più grosse cantonate della storia del calcio. Lo comprò nemmeno ventenne nel 1995 dal Cannes, pagandolo 7 miliardi e rivendendolo subito l'anno successivo per 4,5 milioni di sterline all'Arsenal, dove poi fece quello che fece. Condivide con Zidane anche la simpatia per Materazzi: "E' il giocatore più fesso con cui ho giocato in carriera. Penso sia un bel giocatore, ha fatto un ottimo Mondiale, segnando anche una rete in finale. C'è chi lo ama e chi lo odia. Da parte mia posso dire che non mi siederò mai a mangiare al suo fianco". Anche con Sinisa Mihajlovic non sono mancati gli scontri verbali. Nel 2000 in Lazio Arsenal di Champions fu appellato dal serbo come “negro di m...”. Se lo ritrovò come vice di Mancini all'Inter e al termine del derby dell'ottobre 2006 lo mandò a quel paese perché non era stato sostituito, pur avendolo richiesto. Nel giugno scorso è stato involontariamente coinvolto in una bufala di un sito satirico inglese che diffuse dei falsi estratti dall'autobiografia di Anelka:“La mia carriera
all’Arsenal stava andando bene fino al giorno in cui mi sono imbattuto in
Vieira. Giocavamo contro il Fulham a Highbury e, accecato dal sole, ho sbagliato un gol davanti al portiere. Vieira mi ha lanciato un’occhiataccia e ho capito che ci sarebbero stati problemi. Una volta sotto la doccia si è rivolto contro di me e io gli risposto sapendo che non avrei dovuto. Allora appena mi sono seduto mi ha schiaffeggiato con il suo pene! Nessuno poteva credere a quello che stava vedendo. Potete immaginare quanto sia imbarazzante davanti ai propri compagni. È stato il momento peggiore della mia vita. Il silenzio fu rotto da Ashley Cole che ha chiesto: ‘Ora è il mio turno?’. Così ho capito che avrei dovuto lasciare. Quando Wenger venne a sapere la cosa strinse la mano a Vieira e gridò: ‘È per questo che lui è il capitano“, disse indicando le sue parti basse, «Guardate che cose».
JEAN TIGANA, 1955, ex centrocampista maliano naturalizzato francese. Vincitore con la Nazionale francese dell'Europeo 1984, terzo al Mondiale 1986 in un centrocampo stellare con Platini e Gires.
Joyeux anniversaire, avendo giocato in paesi francofoni, anche a
ALBERTO MALUSCI, 1972, ex libero di Fiorentina, Marsiglia, Foggia, Cosenza, Lecce, Catania, RAEC Moens (Belgio), FC Brussel, Sangiovannese. Ritiratosi nel luglio 2007. A Firenze lo chiamavano “il giovane Malusci” e inizialmente veniva considerato il nuovo Baresi. “Io ho iniziato quando avevo 13 anni nelle giovanili della viola. Dopo 4 anni il mio esordio in
prima squadra è il ricordo che porterò sempre con me: un'emozione unica giocare davanti a migliaia di tifosi. Poi i fiorentini sono gente di cuore, e quando ti amano lo fanno perché se lo sentono dentro, persone che ti sostengono anche nei momenti difficili, e riescono ad essere sempre il dodicesimo uomo in campo. Poi è normale, nella carriera di un calciatore, avere alti e bassi, ma sono sempre ripartito con determinazione e grinta; insomma sarò sempre grato ai colori viola”
Buon compleanno in italiano, invece, a
PIERO FANNA, 1958, ex centrocampista di Atalanta. Juventus, Verona e Inter. Con le ultime tre ha vinto uno scudetto ed è un primato che condivide con solo altri quattro giocatori (Giovanni Ferrari, Sergio Gori, Aldo Serena e Attilio Lombardo). Lo scudetto scaligero è però quello in cui fu davvero protagonista «Lo scudetto di Verona è, tra i cinque
che ho vinto, quello che ricordo con maggior gioia e soddisfazione» A Torino non si ambientò mai (“solo Cabrini mi ha tenuto un po' di compagnia”). Lo chiamavano “Fanna montata” alludendo alla sua presunta fragilità del carattere. “A un certo punto sono andato da Boniperti e ho detto: dimezzatemi l'ingaggio, i premi, però fatemi giocare. La società aveva altri programmi, arrivavano gli stranieri, ho chiesto io di essere ceduto, il Verona mi andava benissimo, importante era giocare da titolare". L' avvocato Agnelli pare abbia detto che mi perdo negli ultimi sedici metri. Beh, grazie, non è la mia zona, segnassi quindici gol all' anno non sarei Fanna. Preferisco farli segnare, anche da giovane ho sempre avuto un gioco altruistico. Rispetto alle ultime grandi ali, Causio e Conti, penso di essere meno giocoliere e più veloce nello spunto profondo, l' unica cosa che mi interessa è saltare l' uomo.”All'Inter ritrovò il Trap "Il mio col Trap fu un rapporto di odio/rispetto reciproco. Io gli ho sempre dato tutto me stesso come giocatore, ma lui aveva la sua mentalità. Il suo 'vestito giusto' per ogni occasione. Dalla Juve non potevo muovermi per ragioni contrattuali ma, quando Trapattoni firmò per l'Inter, io diedi subito alla società milanese la mia disponibilità a trasferirmi altrove. Il Trap si oppose, mi disse che avrei giocato a lungo con lui. Solo che quando eravamo in vantaggio durante le partite, il primo che faceva uscire - per mettere dentro un mediano o un difensore aggiunto - ero sempre io". A Verona con Bagnoli, invece, fu idillio pieno “Lo scudetto veronese fu il parto della sua bravura mostruosa, del suo essere un po' mister e un po' psicologo. E poi avevamo due soli stranieri da gestire: i grandissimi Elkjaer e Briegel. Al giorno d'oggi te ne ritrovi minimo dieci/dodici per squadra e la faccenda si complica terribilmente.”Faceva il famoso “elastico” con Tricella “durante le ripartenze Roberto si staccava ed io gli creavo spazi portando via i marcatori, su entrambi i lati del campo. A quel punto la difesa avversaria convergeva su di un libero così alto a centrocampo ed io potevo tranquillamente lanciare in porta Elkjaer o Galderisi. Oppure Sacchetti e Di Gennaro pensavano alla soluzione personale. Agendo così, segnavamo con una certa frequenza un po' a tutte le squadre. Avevamo un signor gioco.” Era un'ala destra classica “Ai miei tempi era un ruolo importante. Chi non ricorda Causio, Sala, Conti? Vivevi lì ai confini del campo, per saltare l'uomo e provare il cross per il centravanti". Quelle zolle solitarie sono state praterie per personaggi estrosi e irregolari come George Best o Gigi Meroni. "Si faticava molto. Oggi gli esterni spesso sono attaccanti adattati che tendono a portarsi verso il centro del campo più che a cercare il fondo”. A fine carriera fece inizialmente il vice di Prandelli a Verona e Venezia “il nostro rapporto si è chiuso nel 2002 quando Cesare si è trasferito al Parma.
Poteva consolidarsi meglio, la nostra partnership professionale, ma non è andata così. Diciamo che Verona ci ha unito e Venezia ci ha diviso. Come succede a tanti colleghi nel nostro ambiente”
NATALINO FOSSATI, 1944, ex terzino di Genoa, Torino(247 partite), Sampdoria, Biellese, Alessandria. Nel 2002 fu coinvolto nel caso della Coppa Italia del Grande Torino del 1942-43(quell'anno il Torino fu la prima squadra italiana a centrare l'accoppiata campionato-coppia) che stava per essere battuta all'asta a Londra da Christie's. Il venditore era proprio Fossati, che dichiarò di averla ricevuta come premio dall'ex presidente del Torino, Orfeo Pianelli, dopo il successo granata nella Coppa Italia del 1971 . Pianelli lo
smentì, ma lui continuò a sostenereche la Coppa ha fatto bella mostra di sé per anni nella sua abitazione, mostrando delle foto che lo testimoniano e dichiarò di aver ceduto il trofeo qualche tempo prima ad un amico in difficoltà. Fu aperta anche un'inchiesta da parte della Procura di Torino, che determinò che era stato proprio Fossati a cedere il cimelio alla casa d'aste. Alla
fine il Torino partecipo' all'asta e si riaggiudicò la coppa per 60.000 euro.
MARK TULLIO STRUKELJ, 1962, nonostante il cognome straniero, suo padre era di Trieste. La mamma, invece, inglese e lui è nato, appunto, in Inghilterra, a Dorking, che dette i natali anche all'attore Laurence Olivier. Ex centrocampista di Triestina, Roma, Pisa, Treviso, Arezzo, Pistoiese. Alla Roma, nel 1986-84 era la riserva di Falcao. Nella finale di Coppa dei Campioni del 31 maggio 1984 col Liverpool (di cui è tifoso) doveva essere il
quinto rigorista. Ma quel rigore non fu mai battuto, a causa degli errori di Conti e Graziani. Successivamente subisce 6 operazioni alle caviglie e rimane fermo 2 anni. Da diversi anni è il vice di Attilio Tesser e lo ha seguito anche nella nuova avventura a Cremona. A Novara ha avuto in rosa il figlio Kevin portiere, attualmente al Borgomanero
ANTONIO CARANNANTE, 1965, ex difensore di Napoli, Ascoli, Lecce, Piacenza, Avellino, Nola. A causa di un grave infortunio saltò l'intera stagione del primo scudetto del Napoli, 1986-87
ALESSANDRO SCARPONI, 1971. Ha pagato il suo cognome. Infatti, pur militando in Torino e Cesena, non ha mai esordito in serie A, Si fosse dedicato allo sci, forse, avrebbe avuto maggior fortuna. Ex mediano.
Buon compleanno anche a
GIULIO MIGLIACCIO, 1981, centrocampista dell'Atalanta
RICCARDO RAGNI, 1991, portiere dell'Ascoli
FEDERICO CARRARO, 1992, trequartista del Pavia
DAVIDE DI MOLFETTA, 1996, ala sinistra del Rimini, in prestito dal Milan
ANDREA CASSATA, 1998, centrocampista della Paganese
MASSIMILIAN PORCELLO, 1980, ex centrocampista tedesco, di chiare origini italiane. Sin da bambino dimostrò di essere portato per il calcio, perché aveva il.....piede di porcello.