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Il 'diesel' Griezmann ha carburato: contro l'Atletico per il titolo ed allontanare l'ombra di Aguero e Depay
PARTENZA FLOP - Quando il Barcellona versa l'intero importo della clausola rescissoria, Griezmann è considerato uno dei giocatori più forti al mondo. In Catalogna, però, tutto parte con il piede sbagliato. Messi voleva il ritorno del suo grande amico Neymar, lo aveva espressamente chiesto a Bartomeu, che glielo aveva promesso. Invece si era ritrovato a giocare con uno che aveva rifiutato il Barça l’anno prima. Alla prima partita ufficiale, il Trofeo Gamper dell’8 agosto, aveva messo da subito in chiaro le cose, negandogli il saluto. La prima stagione di Griezou in blaugrana è un disastro: la squadra non vince niente, viene umiliata dal Bayern in Champions, il feeling con Messi non decolla e il francese segna solo 15 gol. La seconda stagione parte ancora peggio. A novembre il suo ex agente se ne esce con delle dichiarazioni poco lusinghiere su Messi, il quale risponde seccato. Le cose non migliorano con l’elezione di Laporta a marzo: il club ha bisogno di tanti soldi per poter risanare parte dei debiti ed operare sul mercato e Griezmann è uno dei principali indiziati al sacrificio. Si parla di una partenza certa, o per fare cassa, o come preziosa pedina di scambio: all’Atlético per Joao Felix, alla Juve per Dybala, al PSG insieme a Dembélé per Neymar, tutte destinazioni importanti, ma nessuna è il Barcellona. Lui non ne vuole sapere di abbandonare il club dei suoi sogni e presto le cose cambieranno.
UN DIESEL – L'apparente flop di Griezmann al Barcellona è stato uno degli avvenimenti calcistici più inspiegabili degli ultimi anni, ma, ripercorrendo la sua carriera a ritroso, potremmo trovare una chiave di lettura. Griezmann è come un diesel, ci mette un po’ di tempo a carburare, ma poi non si ferma più. Nel 2014, ad esempio, arriva all’Atlético per 52 milioni dalla Real Sociedad, una cifra altissima ai tempi. Ci mette un po’ ad entrare negli schemi di Simeone e resta nove partite senza segnare in Liga. Si parla già di acquisto sbagliato e di giocatore non adatto a quei palcoscenici. Alla decima giornata fa doppietta contro il Cordoba, poi solo un gol nelle successive cinque. La svolta arriva contro l’Athletic Bilbao, per lui, cresciuto nella Real Sociedad, come un derby: il 21 dicembre fa tripletta a San Mamés. Da lì non si ferma più: 133 gol in 257 partite. Lo stesso vale per la precedente esperienza alla Real Sociedad: 14 gol nelle prime due stagioni in Liga, poi 10 nella terza. All’ultima ne fa 16, giocando da esterno. È così persino in nazionale: 7 gol nelle prime 26 presenze in nazionale maggiore, prima di esplodere ad Euro 2016, trascinando la Francia in finale con 6 gol e 2 assist. Se ci pensiamo, infine, anche la sua carriera nelle giovanili ha avuto una parabola simile: ci ha messo tanti anni e ha subito tanti rifiuti prima di trovare una squadra, la Real Sociedad, disposta a puntare sul suo gracile talento.
TROPPO TARDI PER SVOLTARE? - Torniamo al presente. A Barcellona ci ha messo troppo per ingranare, ma il tempo necessario è anche proporzionale all’importanza del club. Dopo il Clasico perso per 2-1 in cui ha giocato solo 45 minuti senza combinare granché, c’è la pausa nazionali. Al rientro, il 17 aprile, si gioca la finale di Copa del Rey, guarda caso proprio contro l’Athletic Bilbao. Segna e il Barça vince il suo primo trofeo stagionale. Da quel momento Griezmann fa 4 gol in 4 partite di Liga e con Messi le cose sembrano andare molto meglio. Dopo la vittoria contro il Valencia nell’ultima di campionato, non si è più parlato della sua partenza. Nonostante questo, il club si è mosso per prendere a zero uno fra Aguero (altro grande amico di Messi) e Depay. Ora, Griezmann sembra aver raggiunto il punto d’innesto (per tornare alla metafora automobilistica) anche col Barcellona, ma il suo futuro è ancora in bilico. Potrebbe essere ceduto e fare le fortune di un altro club, a patto che lì sappiano aspettarlo, ma il suo sogno è quello di vincere con il Barça. A trent’anni, quella di oggi ha tutta l’aria di essere la sua grande occasione per meritarsi la conferma, da ex, nella partita più importante dell’anno contro l’Atletico Madrid di Simeone. Tra l’altro, lui e i colchoneros non si erano nemmeno lasciati benissimo…