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  • Talk Napoli. Renica a CM: 'Col City si può vincere'

    Talk Napoli. Renica a CM: 'Col City si può vincere'

    • Salvatore Siviero

     

    Quando giocava e c'era bisogno di grinta e carattere per uscire da una situazione difficile, Alessandro Renica non si faceva di certo pregare, e metro dopo metro arrivava fino alla porta avversaria per far gol. Fisico e tecnica non gli mancavano, al punto che quando si proiettava in avanti, condivideva senza affanni il fronte offensivo con Diego Maradona e Antonio Careca. Quando poi faceva il “suo” lavoro, quello di difensore, è arrivato fino alla Nazionale, fermato in panchina solo dal mito Franco Baresi. Oggi, in panchina ci è tornato solo perché è diventato allenatore, e guida il Trissino nel campionato veneto di Eccellenza. Calciomercato.com lo ha intervistato alla vigilia della difficilissima trasferta del suo caro vecchio Napoli a Manchester, nell’esordio in Champions League…
     
    Mercoledì il “suo” Napoli ritorna in Champions, a vent’anni e passa dall’ultima apparizione in quella che ai suoi tempi si chiamava Coppa dei Campioni. In cosa è cambiato il gioco da allora?
    "Beh, era un calcio un po’ diverso. Oggi mi sembra ci sia qualcosina in più a livello di organizzazione di gioco, con ritmi più elevati, ma con qualche giocatore di personalità in meno. Ai miei tempi forse c’era più possibilità di ragionare e più spazio per le giocate di fino. Ecco, diciamo che negli anni ’80 eravamo più lenti ma un pochino più raffinati". 
     
    Il riferimento non può non essere a Diego Maradona.
    "Ovviamente Diego rappresenta la tecnica e la personalità che il giocatore simbolo deve avere. Giocare con Diego era un vantaggio non da poco. Non credo che oggi ci sia qualche squadra che possa vantare un vantaggio del genere. E di certo nel passato di cui parliamo, non c’era nessuno a quel livello".
     
    Parlando di quel periodo, fra i tanti, ha un ricordo speciale che accompagna la sua vita di calciatore?
    "Non dimenticherò mai quando segnai alla Juventus al 120’ della partita di ritorno in Coppa UEFA 1988/89. Il San Paolo era una bolgia. Eravamo tutti a pezzi. Le gambe ci pesavano e mi pesavano come mai prima. Venivamo dalla sconfitta 2-0 dell’andata e dovevamo farne tre! Quando però, alla fine dei supplementari ho visto la palla entrare, il boato della gente mi ha rigenerato. In pochi secondi sono passato ad uno stato di grazia, che mi rimane difficile spiegare persino oggi ad anni di distanza. Mi ricordo che avevo la sensazione di volare". 
     
    Torniamo al Napoli e alla Champions che arriva. Mercoledì sera si gioca a Manchester.
    "Io sono fiducioso. Perché il Napoli non potrebbe fare bottino pieno in Inghilterra? Se la può giocare. Come si dice in gergo, non c’è criticità. Secondo me una vittoria ci sta benissimo. La rosa è stata incrementata e migliorata in alcuni punti nevralgici. Mi piace tantissimo Inler. Forse è il miglior centrocampista in circolazione e si è ambientato subito benissimo. Mazzarri sta facendo un grandissimo lavoro. Il Napoli gioca in maniera offensiva, ma lo fa togliendo ogni riferimento alle difese avversarie. Lavezzi va dove vuole e Cavani riesce ad essere dall’altra parte senza pestare i piedi al compagno. E poi c’è Hamsik e quello che sa fare non manca occasione di dimostrarlo". 
     
    Qualcuno ha detto che il City di Mancini arriverà presto ai livelli del Barcellona. E c’è chi ha addirittura azzardato un pronostico vincente già quest’anno in Europa.
    "Se continuano a comprare i migliori giocatori del mondo, prima o poi dovranno vincere qualcosa! Mancini non può lamentarsi di nulla. Tutto quello che chiede arriva praticamente da subito. E pensare che anche in questa sessione di mercato arrivava notizia di qualche suo mugugno sulla rosa a sua disposizione! Comunque per quest’anno vedo ancora il Barcellona. E a seguire alcune squadre tra le quali il Milan e il Manchester United".
     
    Sul versante scudetto, chi vede favorito?
    "Il Milan ha qualcosa in più delle altre, perché è abituato a stare in alto. Sono contento però di dire che subito a ridosso c’è il Napoli di Mazzarri. Se il Milan solo sbaglia qualche partita, credo proprio che gli azzurri porteranno a casa il tricolore. E sarebbe una cosa meravigliosa!". 
     
    Sappiamo che le piace fare percentuali. Le fa sulle favorite allo scudetto 2011/12.
    "Ok. Diciamo 40% Milan, 39% Napoli, 12% Juventus, 9% Inter". 
     
    Juve davanti all’Inter e Napoli praticamente sullo stesso livello dei rossoneri di Allegri?
    "Si. La Juventus è cresciuta tantissimo e forse è tempo che torni a grandi livelli. L’Inter non mi convince, anche se rimane una delle squadre più forti, mi viene in mente che possa essere alla fine di un ciclo. E poi c’è il Napoli, che De Laurentiis sta forgiando con l’aiuto dell’immenso popolo napoletano. Ho la sensazione che la gente sia più matura e questo aiuta tanto i giocatori. I tifosi sembrano una cosa sola con la squadra. Secondo me apprezzano l’impegno di Mazzarri e i suoi ragazzi. Alla folla di Napoli del resto è sempre piaciuto chi suda e combatte per la maglia. Questo forse è il vero segreto degli azzurri. Hanno fame di successi e non si risparmiano mai, perché sentono di avere un intero popolo dalla loro parte. E’ un feeling pazzesco. Chissà, magari è addirittura superiore a quello che vivevamo noi ai tempi del primo scudetto".
     
    L’ultima battuta è sul calcio italiano che esce dalla lunghissima trattativa che ha bloccato il campionato.
    "Non lo capisco. Non è possibile che solo per i calciatori non ci sia crisi. O meglio, non è possibile che certi calciatori non si possano adeguare ai tempi. L’Italia è in un momento molto difficile e sembra che tutti se ne rendano conto tranne loro. Se non facciamo qualcosa per i giovani non usciremo mai da questa situazione. E allora tanti altri Barcellona alzeranno la Champions e non staremo a guardare". 

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