Talento e fairplay: Bellomo prepara lo sbarco al Chievo
Ventidue anni, adesso insegue il grande salto Il nuovo asso sfornato da Bari Vecchia si tiene stretto l'invito di Sartori: «Del mio futuro ancora non parlo ma lì si gioca la Serie A: ovvio che arriverei subito...». Composto, prudente, persino timido: Nicola Bellomo si avvicina a Verona in punta di piedi. Alla prima domanda arriva anche il primo dribbling. Quasi istintivo: «Sartori ha detto che mi vogliono al Chievo? Io non so ancora nulla», replica immediatamente. Finta e controfinta. Poi l'affondo: «Altre volte ho detto cose che sono state travisate. Meglio che parliate prima con il mio procuratore», aggiunge. Chiudendo però con un'apertura al gialloblù. Poche parole dense di significato. Un augurio che assomiglia ad un appello: «Certo che il Chievo è il Chievo, parliamo di una squadra di Serie A. Potrei essere solo contento di arrivare...». La telefonata finisce lì. Davide Lippi, il procuratore appunto, risulta irraggiungibile. L'apparecchio pare staccato. Magari non c'è campo. Così le ultime indicazioni sul domani di Bellomo restano quelle offerte - un po' a sorpresa - dal direttore tecnico di via Galvani, Giovanni Sartori, sulle frequenze di Radio Verona, venerdì sera: «Abbiamo rinnovato la comproprietà col Bari con l'intento di tenerlo e valorizzarlo qui. Se dovesse nascere qualcosa più avanti la valuteremo. Adesso è del Chievo e ci auguriamo che possa far bene al Chievo». Dichiarazioni determinate, non proprio in linea con quello che proprio Bellomo aveva twettato in mattinata, appena rientrato dalle vacanze: «Bellissima vacanza a Fortaleza! Si ritorna a casa! Non so ancora il mio futuro, ma non vedo l'ora di cominciare!». Dettagli, tutto sommato, in un'estate che ha ancora molto da raccontare. Tante trattative abbozzate, tanti obiettivi rimasti ancora un'idea persino ai piani alti del nostro calcio. Non girano liquidi, serve tanta fantasia. Più del solito, molto più che negli anni passati. Un quadro che probabilmente agevola proprio il Chievo, che Bellomo ce l'ha già in mano (anche se al cinquanta per cento). E che sembra la sistemazione ideale per maturare definitivamente le qualità del centrocampista barese. Uno a cui la Serie B a questo punto sta strettissima e che a Verona avrebbe la possibilità di confrontarsi con campioni affermati, su palcoscenici straordinari, senza avere sulle spalle la pressione che necessariamente ti mette una big. Il profilo tecnico e tattico, del resto, è perfetto anche per la squadra gialloblù. Nicola Bellomo, classe 1991, settanta chili di peso distribuiti su un metro e 74 di statura, ha sensibilità tecnica decisamente superiore alla media. Passo rapido, occhio attento, tocco vellutato. Tutto, potenzialmente, per sfondare. Gli manca - sussurra chi lo ha visto giocare in questi ultimi anni - quel pizzico di cattiveria necessaria per imporsi definitivamente. Anzi, nonostante la buona attitudine a coprire la fase difensiva che ne completa il bagaglio, Bellomo passa per essere un giocatore correttissimo. Piedi buoni e fairplay, eleganza e lealtà. Un'immagine che sembra quasi fare a pugni con quella di un altro celeberrimo figlio di Bari vecchia - Bellomo cresce proprio lì, a due passi da San Nicola - come Antonio Cassano. Uno, Fantantonio appunto, nato leader, sfacciato al limite della sbruffonaggine, spesso e volentieri fuori le righe. L'altro, Nicola, perfetta sintesi di estro e compostezza. Mai oltre il limite. Educato, quasi british. Quanto alle modalità di impiego, lui è il trequartista d'elezione in grado di ritagliarsi la collocazione perfetta sia da interno in un centrocampo a quattro che da nove e mezzo alle spalle di una punta. Incarichi che assomigliano molto a quelli ricoperti in stagione da Cyril Théréau, uno che a Bellomo potrebbe presto trasferire le consegne. Figuriamoci il dialogo: «La quota di fantasia adesso dipende da te», il possibile assist del francese. «Ok Cyril, lasci il Chievo in buone mani», la risposta del barese. C'è un genietto alla porta, forse a casa Chievo sta per cominciare una nuova era.