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    Taglialatela a CM: 'Mossa Van Gaal più psicologica che tecnica'

    Taglialatela a CM: 'Mossa Van Gaal più psicologica che tecnica'

    • Luca Cellini
    "Parliamoci francamente: si può definire in tanti modi la scelta di Van Gaal di inserire Krul al 119’ contro la Costarica. Noi a Napoli useremmo espressioni colorite, diciamo così, parlando anche e soprattutto di fortuna. Una cosa però mi sembra chiara: è stata una scelta quella del tecnico olandese piu’ psicologica che tecnica, per rincuorare i suoi,  sfortunati in partita, stanchi e forse anche demoralizzati. Ora però basta con certe esagerazioni che ho sentito: Van Gaal geniale, Van Gaal fenomeno. Se è bravo il mister dell’Olanda sta zitto e si concentra con i suoi subito sull’Argentina, perché nel calcio certi episodi succedono una volta ogni 20 anni…".

    Pino Taglialatela, ex portiere anche di Napoli e Fiorentina, è schietto quando deve parlare dell’eliminazione della Costarica ai quarti di finale di ‘Brasile 2014’, da parte di un’Olanda che ha visto girare le proprie sorti anche con la scelta del tecnico orange Van Gaal di inserire all’ultimo minuto dei supplementari il proprio portiere di riserva.
    "Dagli atteggiamenti che ho visto, Krul è soprattutto bravo a giocare sulla psicologica degli avversari, innervosendo chi ha di fronte e puntando sul fattore mentale piu’ che tecnico – ha aggiunto l’ex numero uno ischiano, ai microfoni di Calciomercato.com – Diciamo che io che sono un purista del mestiere. Sono piu’ per chi è bravo ad intuire i rigori con le proprie capacità fisiche. Ad esempio io guardavo l’avversario fin da quando posizionava la palla sul dischetto e cercavo di incrociarne lo sguardo. Ho avuto anche fortuna, ma mi allenavo moltissimo su quel fondamentale".

    E’stato il Mondiale anche dei portieri. Peccato che l’Italia che ne aveva scoperto uno, Sirigu, è uscita presto.
    "L’Italia è uscita perché vi era una spaccatura all’interno del gruppo che mi è sembrata palese dalle parole ripetute da Buffon, che ne era il capitano. Peccato, perché il talento c’era, ma è stato sprecato. Ora bisogna ripartire con lavoro e disciplina e auspico che Sirigu e Perin possano continuare a crescere alle spalle del totem che rimane Buffon". 

    Nel campionato italiano nel frattempo il portiere dell’Under 21 Bardi deve andare a giocare al Chievo, pur essendo di proprieta’ dell’Inter.
    "E’uno dei mali del nostro calcio, fatto molto di figurine come direbbe De Rossi e poco di meritocrazia. I campionati esteri da questo punto di vista non ci hanno insegnato molto. Se fossi dell’eta’di Perin non mi vergognerei a scegliere l’estero perché Sirigu è cresciuto andando al Paris Saint Germain, e certi tornei valgono piu’ di 3 stagioni fra serie A e B".

    Un altro problema paiono essere i tanti portieri stranieri. Si può parlare ancora di scuola italiana?
    "Ci sono dei portieri che hanno fatto bene eppure non sono italiani, e penso a Reina al Napoli ma anche Neto alla Fiorentina, con Handanovic che è stato una spanna sopra gli altri all’Inter. Il problema vero è che spesso alle spalle dei numeri uno, ci sono dodicesimi che sono stranieri, preferiti ai giovani italiani. Di questo me ne dispiaccio perché credo che i giovani di talento ci siano, e mi auguro che i vari Cragno, Leali e Bardi trovino una loro strada, come detto eventualmente anche fuori dalla nostra serie A". 

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