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    Ag. Tachtsidis: 'Ecco perchè ha scelto il Torino'

    Ag. Tachtsidis: 'Ecco perchè ha scelto il Torino'

    • Alessandro Salvatico

    Gli interessi in Italia di Panagiotis Tachtsidis li curano Francesco Musarra ed il suo corrispondente, nonché procuratore del calciatore, Yannis Evangelopoulos. Musarra, agente Fifa che al Genoa aveva portato anche Papastathopoulos, Fetfatzdis e altri, parla raramente, ma quando lo fa le sue parole mixano la grande competenza con ampie dosi di buonsenso ed equilibrio.

    Musarra, il Tachtsidis calciatore è noto a tutti coloro che seguono il calcio: come ci descrive il ragazzo, l'uomo che inizia a lavorare con Giampiero Ventura?
    Panagiotis è un ragazzo eccezionale; tranquillo di carattere, gli è sempre stata riconosciuta da tutti una grande professionalità. Ambizioso? Sì, nel senso migliore del termine: è una qualità, per un calciatore, mirare a traguardi il più alti possibile. Senza cadere però nella presunzione, come può accadere a molti specie fra i giovani che si affacciano al grande calcio; ma questo non è certo il caso di Panagiotis.

    Perchè avete scelto Torino?

    Innanzitutto per l'importanza della squadra e della società, per il suo nome e per la sua storia. Non nego che avessimo ricevuto altre proposte, ma se abbiamo deciso per accettare quella granata è soprattutto per un motivo: ci hanno fatto capire quanto fortemente volessero Panagiotis. Tutti quanti: Gianluca Petrachi, il presidente Cairo, ogni componente del club e dello staff tecnico ha mostrato come desiderassero davvero poterlo avere con sé. E sapersi voluto, per un calciatore, è importantissimo. Del resto no, l'interessamento del Torino non è nuovo, anzi è vecchio di alcuni anni.

    Non spaventa il fatto di arrivare in un contesto già organizzato e consolidato?

    Chiaramente, sbarcare a gennaio in una squadra ben costruita e peraltro dal buon andamento in campionato fa sì che non si possano avanzare pretese di garanzie tecniche o simili, e questo Tachtsidis lo sa benissimo; certo, come dicevamo sa di essere stato richiesto, ma questo non vuol dire che non debba dare il meglio di sé per potersi giocare le proprie carte. Le qualità, per fortuna, non gli mancano.

    Se qualcuno, sotto la Mole, dovesse storcere la bocca per l'ultimo anno e mezzo in apparente ombra di Tachtsidis, cosa potrebbe rispondere?
    Le ultime due realtà in cui il ragazzo si è calato, ossia prima Roma e poi Catania, per aspetti diversi hanno vissuto entrambe periodi di profonda difficoltà; in giallorosso poi aveva a che fare con una concorrenza fatta di autentici mostri sacri, al posto suo in campo c'era un giocatore di livello assoluto, ma ciononostante, se andiamo a vedere, ha totalizzato comunque 23 partite con la Roma: non così poche. A Catania anche ha giocato praticamente sempre, pur se la situazione di classifica non ha concesso di brillare particolarmente.

    Fra sei mesi c'è anche il Mondiale...

    Ora Panagiotis sarà concentrato unicamente sul Torino, che è una sfida importante e per lui può essere la base per una carriera piena di soddisfazioni. Poi è naturale che alla Nazionale ci pensi, come ci pensa in fondo ogni calciatore, ma quel che dovrà accadere lo vedremo nei prossimi mesi, non è ora il suo primo pensiero, quello è il Torino.

    Che opinione si è fatta del mercato che sta conducendo il Torino?
    Non sta a me giudicare come operi la società. Di certo, quello granata è un club che si è sempre mosso bene, con grande attenzione, senza spendere le cifre astronomiche che possono permettersi i vari Paris-Saint Germain – e quindi senza trovarsi poi con brutte sorprese nei bilanci – ma riuscendo a scovare comunque dei buoni talenti, il che è molto più difficile e richiede molte più capacità che non il semplice aprire il portafogli e tirare fuori milioni a volontà. Penso a D'Ambrosio, sì, ma anche ad altri come lui.


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