T’amo Jamie Vardy, non di quel sentimento di cui s’ama il Pio Bove, 
perché Bove non sei e da quel che raccontano i segni del viso,
nemmeno troppo Pio.

T’amo Jamie Vardy, perché di favole che poi non lo erano ne ho vissute troppe,
ma tu mi sa che delle favole te ne freghi e nel dubbio vivi
questa follia come fosse del tutto normale.

T’amo Jamie Vardy e amo la tua solita scarpa col tacco,
perché mentre tutti si affannano a cucirti addosso la storia
del sacrificio e dell’operaio del pallone,
tu che di far l’operaio ti sei rotto le palle 

segni solo gol di lusso, di quelli che nemmeno i fantasisti
da mille carati confezionano più.

T’amo Jamie Vardy, perché ti illumina la luce pura degli dei
del calcio,
perché se da un elicottero lanciassero una lavatrice,
tu la stopperesti di petto e la tireresti nel sette,
come fosse del tutto normale.

T’amo Jamie Vardy, perché forse arriverà il momento in cui
ti aggrediranno Wags e paparazzi,
perché magari diventerai anche tu un divo dei social network,
ma per ora sembri uno che è capitato lì per caso,
uno di noi che si stupisce di tutto questo clamore
T’amo Jamie Vardy, perché hai costretto tutti quelli che
vorrebbero tanto saperne qualcosa,
tutti quelli che amano conversare di calcio a cena,
li hai costretti a imparare a dire Leicester,
possibilmente senza sputare

T’amo Jamie Vardy,
perché hai ritrovato il calcio inglese di noi bimbi,
la corsa e i palloni lunghi,
quello sdentato e sorridente,
che non va dal parrucchiere perché fa da solo con la macchinetta

Per tutte queste ragioni ti amo Jamie Vardy,
non importa come andrà a finire,
tu continua a calciarla al volo


Michele Dalai​