Szczesny non è Buffon, ma il numero uno della Juve è sempre più lui
Nicola Balice
Forse per analizzare meglio il primo anno del post-Buffon, basterebbe ricordarsi sempre che un altro Buffon semplicemente non c'è e non ci sarà. Impresa complicata, in ogni caso, quella di Wojciech Szczesny, che dopo una stagione al fianco dell'ex capitano bianconero è stato chiamato a sostituirlo indossando la maglia numero 1. Tanta pressione, inevitabili i paragoni, sbagliati in partenza. Giunti alla terza sosta, però, solo a tratti il polacco ha convinto. Al di là del numero di gol subiti, è stata una questione di sicurezza. Con l'ombra, più piccola ma sempre ingombrante, di Mattia Perin che ha portato apparentemente altra pressione su Szczesny. Apparentemente, perché in realtà dietro la decisione di Max Allegri di non applicare fin qui alcun tipo di alternanza tra i due portieri, c'è proprio la volontà di far capire a Szczesny come la fiducia nei suoi confronti sia totale e che nemmeno l'acquisto di Perin potesse smuovere la gerarchia già decisa e programmata nella passata stagione. Di questo ha parlato proprio il portiere polacco, che ha spazzato via con il sorriso (e un italiano perfetto) ogni preoccupazione presunta o reale: il titolare della Juve è Szczesny, non c'è incertezza in questa prima parte di stagione che possa smuovere questa sicurezza. PARATE DECISIVE - D'altronde anche in questi primi tre mesi Szczesny è riuscito ad essere decisivo. Due le parate più significative, che lo stanno facendo diventare un autentico para-rigori. Quello a Valencia, a sancire una vittoria di una Juve mostruosa in dieci contro undici nel finale di gara. Un'altra ieri sera a San Siro contro l'ex compagno Gonzalo Higuain, una parata da tre punti che ha influito parecchio nel far perdere la testa al Pipita. Quello che ci voleva per arrivare alla sosta con la dovuta serenità e un pieno sicurezza, al rientro dalla Nazionale potrebbe toccare a Perin anche perché resterà suo malgrado a Torino. Ma dubbi in casa Juve, per ora, non ce ne sono: il titolare è sempre Szczesny.