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    Szczesny: 'Buffon? Bene se continua, ma non mi sento vice. A Florenzi dico...'

    Szczesny: 'Buffon? Bene se continua, ma non mi sento vice. A Florenzi dico...'

    L'arrivo alla Juventus, il rapporto con Buffon, gli obiettivi per il futuro e un consiglio di mercato: Wojciech Szczesny si racconta in una lunga intervista concessa a Tuttosport.

    LA JUVE CON BUFFON - "Mi aspettavo di venire qui e di lottare per conquistare trofei, ho avuto anche la fortuna di giocare più di quanto pensassi quindi sono molto contento. Facile scegliere la Juve pur sapendo di dover condividere la titolarità con Buffon? Una volta capito che era tempo di andare via dall'Arsenal, è subito arrivata l'offerta della Juve e a quel punto la scelta è stata molto facile. Da una parte, è vero, sapevo che c'era Gigi che è una leggenda della storia del calcio, però per me era anche un'opportunità di allenarmi con il portiere più forte del mondo. E siccome io credo di avere tanto spazio per migliorare, era un'occasione enorme imparare da un campione così. E poi penso che sia un'esperienza positiva un anno da... ecco, non portiere di riserva, perché non mi sento riserva, perché non mi sento così, ma comunque da portiere che non gioca tutte le partite. Perché io non ho mai vinto un campionato e posso imparare sia da Gigi sia da altri campioni come comportarmi in certe situazioni. Poi sarà molto più facile diventare titolare dopo questa esperienza. Proprio perché ora posso imprarare dai campioni senza troppa pressione addosso. Cosa si impara allenandosi con Buffon? A livello tecnico, molto. Ma la cosa più importante è la sua leadership: come comportarsi in certe situazioni, i rapporti con i compagni, come aiutarli, come comandare la difesa. Credo che questi aspetti siano fondamentali. Poi, naturalmente, guardarlo durante l'allenamento e la partita mi aiuta tanto. Ho l'umiltà di dire che ho tante cose da imparare e ho un campione da osservare. Cosa mi ha colpito di più di Gigi? Ripenso alla sconfitta in Supercoppa e poi al periodo difficile in cui abbiamo perso contro la Lazio e la Sampdoria. Ho visto il gruppo, non parlo solo di Gigi, che non aveva panico. C'era tranquillità, serenità, consapevolezza del fatto che bisognava solo andare in campo e lavorare. Questa è una cosa molto diversa da quello che ho vissuto nelle altre squadre".

    ROMA E ARSENAL - "Una sconfitta creava subbuglio? No, non una sconfitta, ma un periodo difficile sì. Qui alla Juve invece sono tutti certi della loro bravura, della loro forza, dunque anche un momento difficile non cambia nulla: sappiamo che stiamo facendo un grande lavoro, quindi non c'è bisogno di cambiare niente. E infatti dopo quel momento è arrivato un solo gol subito in 16 partite...".

    DIFFERENZE CON IL CALCIO INGLESE - "Per il portiere è più facile: la difesa è più ordinata. Poi ovviamente il calcio inglese è più fisico e veloce, si gioca per seconde palle e contrasti. Ora con Guardiola, Pochettino e Klopp sta cambiando un po', ma in generale le caratteristiche restano quelle. Si è visto anche con il Tottenham. Una squadra italiana ha più esperienza e tattica, sa scegliere i momenti come abbiamo fatto noi a Wembley: loro hanno dominato per 75 minuti, però noi avevamo la qualità per difendere compatti e scegliere i momenti per attaccarli e fare due gol decisivi".

    ARSENAL - "Amarezza per come è finita? Nessun dispiacere. Conservo un ottimo rapporto con tutta la gente che lavora lì. Sono andato via in un momento in cui io volevo andare via e loro volevano lasciarmi andare, quindi la situazione era perfetta. Peraltro era il sogno della mia vita giocare nell'Arsenal: da ragazzo tifavo per loro. Ho giocato quasi 200 partite: potevo fare di più e meglio, ma mi dà una sensazione pazzesca aver giocato per la squadra del mio cuore. Ho vinto anche dei trofei. Mi spiace solo non aver vinto la Premier, però senza di me, e presto, lo faranno. Sono diventato tifoso negli anni di Henry, Pires... Era già l'Arsenal di Wenger: avevo sei anni".

    ALLEGRI 'ALLA WENGER' - "Difficile in questo calcio. Se fai così bene, dopo 5 anni arriva qualcuno che ti offre il doppio di ingaggio. E Allegri sta facendo qualcosa di speciale. Anche Wenger all'inizio ha fatto cose eccezionali, poi ha fatto molto bene dal punto di vista economico per il club. Però io come tifoso dell'Arsenal vorrei vederli vincere di più".

    ALLEGRI - "Ha una rosa completa e così diventa più facile allenare la squadra, ma ha l'umiltà di farci difendere. Noi sappiamo che la qualità per fare gol l'abbiamo, però il campionato lo vince la squadra che ne prende di meno. Per fare questo, con ragazzi di qualità difensiva, ci vuole l'umiltà dell'allenatore per difendersi e questa è una qualità molto importante".

    STORIA PORTIERI ARSENAL - "Chi mi ha fatto innamorare? Prima Seaman e poi Lehman. HO avuto la fortuna di allenarmi con entrambi. Lehman fuori dal campo era tranquillissimo, ma dentro... Aveva trovato il modo di dare un impatto importante alla squadra. Io avevo un grande rapporto con Jens. Ho imparato tanto da lui. Ma l'atteggiamento del ragazzino cambia con le persone che gli sono vicino: quando c'era Jens ero un po' come lui in campo. Poi si cambia... Prendi un po' di Lehman, un po' di Buffon e poi metti un equilibrio tuo".

    BUFFON CONTINUA? - "Credo che se continuasse sarebbe un bene per lui e per la squadra. Perché la squadra ha ancora bisogno di Buffon: come capitano e come grande portiere. L'età è solo un numero: anche negli ultimi anni è stato il portiere più forte, o tra i più forti, in Serie A e con il suo status di leggenda aiuta molto la squadra e sarebbe una soluzione perfetta".

    TIFOSI CONQUISTATI - "Non ho ancora vinto niente e il rapporto con i tifosi si crea con i trofei. Le buone prestazioni ci aiutano, ma è a maggio che voglio creare il rapporto... A maggio, magari, lo sentirò meglio".

    PJANIC - "Chieste a lui informazioni sulla Juve? Sì, ma solo per avere consigli sulla città, sulle zone dove prendere casa. La scelta l'avevo già fatta: anche perché ciasciuno deve decidere autonomamente secondo me. Non credo che si possa chiamare un ex compagno per definire la propria carriera. Io non vorrei essere responsabile di una scelta del genere, sarebbe troppo pesante, però lui mi ha detto delle buone cose e mi ha aiutato tanto: sulla città, sulla casa. Avevo un po' paura di passare da Londra e Roma a Torino, più piccola, però sono molto contento qui. A parte il freddo, anche se a Varsavia c'era -20, quindi ero abituato. Comunque in città mi trovo bene e anche mia moglie: questo è fondamentale. Quando la moglie è contenta, è tutto molto più facile, diciamo che l'80% è a posto (ride, ndr). Adesso arrivo a casa, poso l'auto in garage e poi andiamo in giro in bicicletta. A Londra ci volevano 35 minuti per andare al ristorante, a Torino invece in bici andiamo ovunque ed è bellissimo".

    COMPAGNI - "Abbiamo un buon gruppo di portieri: con Pinsoglio e Del Favero, naturalmente Gigi, siamo andati un po' a cena. Ma è sempre così: portiere sta con portiere, perché ci alleniamo insieme e poi solo il portiere può capire bene il lavoro del portiere. Quando parliamo di calcio parliamo sempre tra di noi".

    ALLENAMENTI CON HIGUAIN E DYBALA - "E' dura perché mi fanno tanti gol in allenamento, ma mi migliorano, così come Chiellini e Barzagli: loro sanno difendere meglio di me, mi insegnano e rendono il mio lavoro più facile. Io non devo fare niente, devo solo stare in porta. Non devo sbagliare, e basta. Nelle ultime 10 partite ho preso 5-6 tiri in porta, vuol dire che la squadra fa qualcosa di buono. Mi annoio? Sono le partite più faticose. Perché il lavoro fisico del portiere non è tanto, ma quando le parate non le fai la fatica mentale viene dopo 30 minuti in cui non tocchi la palla: devi essere forte di testa per rimanere dentro la partita".

    IL PIU' PAZZO DELLA SQUADRA - "I più giovani: Paolino, Douglas Costa... Fanno sempre casino, ma è normale. Hanno più gioia nella vita, hanno più energia. E' un buon gruppo con esperienza ed energia. C'è un ottimo rapporto tra tutti e i sudamericani sono i più matti. Solo la loro musica non mi fa impazzire. Sono i migliori calciatori del mondo, ma non altrettanto bravi quando si tratta di fare musica (ride, ndr)".

    DOVE PUO' ARRIVARE LA JUVE - "L'obiettivo è vincere tutto. Non è irreale. Ci sono squadre più forti in Europa, però noi abbiamo qualità, umiltà nel difendere ed essere compatti. In campionato e Coppa Italia invece dobbiamo per forza vincere, non c'è altra strada. Cosa significherebbe vincere il primo scudetto? Gioia, ma soprattutto fiducia. Ho 28 anni, è arrivato il tempo per vincere trofei importanti. Ho vinto la Coppa d'Inghilterra, ma lo scudetto è diverso".

    FLORENZI - "Gli consiglierei la Juve? Se qualcuno me lo chiedesse, direi sempre che venire alla Juve sarebbe un passo molto importante perché qui devi vincere tutto. Direi che è la squadra giusta per un grande giocatore. Poi Florenzi, non lo so... Io non ho parlato con nessuno, ma per un giocatore che vuole diventare più forte di quello che è la Juve sarebbe un passo perfetto".

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