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Svelati i verbali del Cts. Il lockdown doveva essere parziale, ma il governo Conte decise per la chiusura totale
L’accesso ai documenti non è stato per niente semplice. La prima richiesta di accesso agli atti avviene il 14 aprile. La sospensione del FOIA ( la legge che permette di avere accesso ai documenti pubblici) fino al mese di maggio, voluta dal governo come misura per non appesantire l’amministrazione pubblica, complica le cose.
Inizia così, un batti e ribatti tra Governo, Protezione Civile e Fondazione Einaudi. Il Tar aveva accolto la richiesta di pubblicazione che però era stata poi bloccata dal Consiglio di Stato. A mettere la parola fine è stato il Governo stesso, che, dopo 4 mesi di richieste, ha deciso di consegnare i verbali, rendendoli così pubblici.
Primo a saltare agli occhi è il verbale del 7 Marzo, dove il Cts suggerisce di creare strategie diverse a seconda delle zone, con “due livelli di misure di contenimento”. L’esecutivo però decide per il lockdown totale del paese. Decisione politica quindi. Nei verbali del 30 marzo e del 9 aprile si inizia a parlare di “fase 2” e di una rimozione delle restrizioni delle misure di contenimento.
All’appello mancano però i verbali relativi ad Alzano e Nembro. I comuni lombardi sono stati al centro della disputa tra Regione Lombardia e Governo, che ancora oggi si rimpallano le responsabilità sulla tardiva istituzione delle zone rosse.
Le opposizioni hanno commentato immediatamente. Salvini chiede che siano rivelati i verbali su Alzano e Nembro e dice: “Vorrei sapere sulle zone rosse chi non ha deciso e perché”. Il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni attacca: “Una delle ragioni per cui non si volevano rendere pubblici questi verbali è che non ci sono le ragioni per prorogare lo stato di emergenza”. Dal Governo però è il ministro della salute, Speranza ,a chiarire: “I verbali del Cts sono stati consegnati a chi ne ha fatto richiesta”, e aggiunge: “ La trasparenza è una regola fondamentale”.
Trasparenza vera o presunta, i verbali adesso sono tutti (o quasi) disponibili. Dopo 4 mesi, 8 solleciti, qualche pressione politica e pure una nota del Copasir adesso gli italiani possono finalmente leggere i documenti che sono alla base dei DPCM degli ultimi mesi.